A un anno dall’alluvione di Valencia la gente protesta per l’inazione del Governo
Era il 29 ottobre 2024 quando iniziava la tragica alluvione che in diversi giorni ha provocato 237 morti a Valencia, in Spagna. In questi giorni molte persone hanno protestato contro le istituzioni.
“Ascoltare il popolo, ascoltare la scienza”. È questo il messaggio che gli attivisti e le attiviste di Extinction Rebellion hanno affidato al grande striscione che l’altro ieri è stato calato dal Ponte della Solidarietà, uno dei due ponti pedonali che consentono di superare il greto del fiume Turia e che sono stati utilizzati dai soccorsi per raggiungere alcune fra le aree più colpite della città in occasione dell’alluvione del 29 ottobre del 2024.
“È passato un anno dalla catastrofica alluvione che ha trasformato le strade di Valencia in fiumi, le auto in detriti e in cui persero la vita almeno 237 persone sommerse da fango e detriti”, denuncia Extinction Rebellion. “La situazione non migliora: nell’ultimo anno si sono alternate gravi siccità, piogge torrenziali, incendi e ondate di calore che, solo durante la scorsa estate, hanno causato la morte di oltre 3.600 persone”.
La furia della gente era già scoppiata pochi giorni dopo l’alluvione di Valencia: la popolazione della città spagnola infatti “è arrabbiata con i politici – scriveva il nostro collaboratore Fulvio Mesolella, che ha vissuto là per dieci anni, poco dopo la tragedia – perché nei recenti avvicendamenti l’attuale governo regionale, negazionista climatico, aveva reso inoperante l’iniziativa del precedente governo socialista, che almeno aveva istituito una Unità Valenziana per le Emergenze, nata per affrontare gli incendi, ma che aveva anche fronteggiato efficacemente un fenomeno di gota frìa nel 2019, limitandone le vittime a poche unità”.
Un inviato del La Nuova Ecologia ha partecipato alle celebrazioni che si sono tenute pochi giorni fa e ha ribadito ancora una volta le responsabilità del Governo: “Valencia è una zona tendenzialmente poco piovosa, ma in rari casi si crea il fenomeno della Dana – che sta per depresion ailsada en niveles altos, “depressione isolata di alti livelli” –, lo scontro fra correnti fredde e calde che genera tempeste enormi. Già nel 1957 la città fu colpita da un’alluvione e furono 87 i morti; l’alluvione del 2024 è stata ancora più devastante perché nel frattempo la crisi climatica ha acuito i fenomeni meteo estremi“.
Un corteo composto e silenzioso si è mosso dalla zona di Paiporta alla Città della Scienza, uno dei simboli della città. La celebrazione si è divisa tra il cordoglio per le vittime e critiche alle istituzioni, che dopo un anno non hanno ancora preso provvedimenti realmente incisivi per fronteggiare l’emergenza climatica. “Durante la cerimonia ufficiale si sono alzate grida dei parenti delle vittime: asesinos), traidotores, fuera, fuera”. Anche la chiosa di Extinction Rebellion pone l’accento sulle mancanze e sull’inazione della politica: “Il sistema politico continua a non essere all’altezza della gravità della situazione e a ignorare i continui allarmi della comunità scientifica. È ora di restituire il potere alle persone. Ascoltare il popolo, ascoltare la scienza”.






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