Parte l’11 ottobre la campagna di boicottaggio dei supermercati promossa da Ultima Generazione
Ultima Generazione invita i cittadini a non fare la spesa nei supermercati una volta a settimana per “non sostenere ingiustizie” legate a prezzi, clima, politiche statali e coinvolgimenti internazionali.
Sabato 11 ottobre inizia la nuova fase della mobilitazione promossa da Ultima Generazione: un boicottaggio dei supermercati, praticato ogni sabato, con l’obiettivo dichiarato di esercitare pressione economica e simbolica su grandi catene, governo e sistema agroalimentare.
Secondo il movimento, aderire significa sottrarre una quota del potere d’acquisto individuale ai meccanismi che — affermano — alimentano disuguaglianze, speculazione, sfruttamento agricolo, dipendenza da sistemi energetici inquinanti e complicità in politiche estere contestate.
La piattaforma ufficiale definisce il boicottaggio “semplice, legale e alla portata di chiunque”: basta evitare di fare la spesa nei supermercati per un giorno — il sabato — per trasformare un gesto individuale in un’azione collettiva “potente e astuta”. Un’azione simile realizzata quest’anno in Croazia ha funzionato: “hanno boicottato una volta a settimana e il governo è intervenuto per abbassare i prezzi”.
Tra le motivazioni richiamate: il monito contro l’inflazione, la crescente distanza tra prezzi e salari, la percepita complicità dello Stato nel finanziare spese militari o politiche estere controverse, e il peso delle grandi catene nella determinazione dei margini di profitto sul cibo.
Il movimento invita a una “massa critica” di almeno 100.000 aderenti, stima che – secondo Ultima Generazione – potrebbe generare “danno economico diretto e di immagine” tali da spingere supermercati e governo a ridiscutere politiche sui prezzi e sui consumi.
Il boicottaggio non si limita all’invito a non andare al supermercato. Vengono consigliate azioni specifiche, come stampare e attaccare degli sticker sui prodotti dei supermercati con frasi come “Ricordi quanto costava 10 anni fa?” un un codice QR che rimanda alla campagna: “Susciterà la curiosità di chi va a fare la spesa spingendolo a scannerizzare il QR che rimanda al form di adesione al boicottaggio”, si legge.
Inoltre viene inoltre rilanciata l’idea che, sebbene i supermercati siano il bersaglio simbolico dell’iniziativa, le alternative esistono: acquisti nei mercati di quartiere, gruppi di acquisto solidale, piattaforme di vendita diretta. Il boicottaggio, spiega Ultima Generazione, va abbinato a pratiche di consumo più consapevoli.
Il sito del movimento ospita una lista di associazioni già aderenti (tra cui realtà che operano nei temi dell’agricoltura rigenerativa, dei diritti e dell’ecologia) e una guida (“Prontuario”) con suggerimenti su come promuovere e praticare il boicottaggio. Anche la Rete italiana di economia solidale (Ries) ha aderito all’iniziativa.
Resta da vedere quale sarà la portata effettiva dell’azione: se riuscirà a mobilitare larghe fasce di popolazione e a costringere decision‑maker e operatori della GDO a risposte concrete. In uno scenario segnato da crisi economiche, diffidenza verso le istituzioni e crescenti tensioni sociali, il boicottaggio lanciato da Ultima Generazione rappresenta un esperimento di attivismo civico intenso e sfidante.






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