Dal parlamento europeo norme più severe sul benessere e la tracciabilità di cani e gatti
Obbligo di microchip e registrazione, divieto di vendita nei negozi di cani e gatti, sono solo alcune delle norme del progetto di legge approvato dal Parlamento Europeo.

Ieri, 19 giugno, il Parlamento europeo ha approvato, con 457 voti a favore, 17 contrari e 86 astensioni, il progetto di legge che stabilisce i primi standard minimi a livello UE per l’allevamento, l’alloggio e la gestione di cani e gatti. Se il testo verrà definitivamente approvato al termine del suo iter, tra le novità più rilevanti vi è lo stop della vendita di cani e gatti nei negozi. Un passo importante, già compiuto da alcuni Paesi europei, verso una netta riduzione degli acquisti d’impulso, ai quali è collegato spesso un tasso di abbandono maggiore.
La proposta introduce anche l’obbligo di microchippatura e registrazione per tutti i cani e gatti immessi sul mercato o detenuti da privati. Una norma già in vigore in Italia, ma ancora assente in molti altri Paesi dell’Unione, che permette di contrastare il traffico dei cuccioli. Durante la seduta è stato approvato anche l’emendamento per l’introduzione della Lista Positiva: un sistema opposto a quello delle “specie vietate”, in cui possono essere vendute solo le specie esplicitamente inserite all’interno di una lista di specie idonee.
Il Parlamento europeo si allinea così a quanto già previsto in Italia con il Decreto del Ministero della Salute dell’11 ottobre 2022 (attuativo del Decreto Legislativo n.135 del 2022), la cui applicazione è però ancora incompleta. Manca infatti la seconda parte della lista a beneficio di allevatori, commercianti e collezionisti. A livello europeo le esenzioni proposte da alcuni gruppi parlamentari, in particolare il PPE, a favore di allevatori e commercianti non sono state approvate.
Con la proposta di legge si chiede inoltre un divieto di allevamento di cani o gatti con tratti conformazionali eccessivi che comportino un elevato rischio di effetti negativi sul loro benessere, nonché il divieto di utilizzo di questi animali – e di cani e gatti mutilati – in mostre, esposizioni o competizioni. Si dovrebbe infine vietare di legare gli animali, salvo nei casi necessari per cure mediche, e l’uso di collari a punte o a strozzo privi di dispositivi di sicurezza.
«Si tratta di un chiaro passo avanti contro l’allevamento illegale e l’importazione irresponsabile di animali da paesi terzi. Sebbene sarà necessario un ulteriore dialogo per definire meglio alcuni aspetti, credo che siamo uniti dall’obiettivo comune di tutelare il benessere di cani e gatti. Questo impegno condiviso rappresenta un solido punto di partenza per un confronto costruttivo con la Commissione e il Consiglio», ha dichiarato Veronika Vrecionová (ECR, CZ), relatrice e presidente della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
Adesso la palla passa alla Commissione Europea. “Sarà fondamentale – scrive in un comunicato la Lega anti vivisezione (LAV) – che venga confermato e rafforzato quanto deciso dal Parlamento, per garantire una normativa europea che metta al centro la tutela degli animali e non gli interessi economici di allevatori e commercianti“.
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