Gli scimpanzé curano sé stessi e gli altri con le piante, il nuovo studio
Un nuovo studio condotto da un team dell’Università di Oxford rivela atteggiamenti sorprendenti degli scimpanzé.

Gli essere umani non sono i soli a prendersi cura degli altri, di sé stessi e della propria igiene personale. Anche gli scimpanzé sembrano avere comportamenti simili: si puliscono il sedere e le parti intime e curano le proprie ferite e quelle degli altri primati con piante medicinali. Grazie a uno studio condotto da un team dell’Università di Oxford, pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution, sappiamo cosa avviene nelle foreste di Budongo in Uganda. Nelle due comunità di scimpanzé studiate, Sonso e Waibira, i primati usano diverse tecniche per curarsi. Si leccano le ferite, le tamponano con le dita impregnate di saliva, con foglie o con impasti di foglie masticate.
Alcune delle piante utilizzate hanno proprietà cicatrizzanti e antibatteriche e sono già conosciute e usate dall’uomo. Nella comunità di Sonso si sono registrati 41 episodi di cura, 34 verso sé stessi, 7 verso altri primati. Questi comportamenti non sono una novità. In Gabon gli scimpanzé sono soliti applicare sulle ferite aperte gli insetti, a Sumatra un orango ha usato le foglie per curare le ferite sul volto. Secondo gli studiosi, non sappiamo se questi animali siano consapevoli delle proprietà medicinali delle piante, ma è evidente che le usano per prendersi cura del proprio corpo.
Gli scimpanzé usano le foglie anche per l’igiene personale dopo aver fatto i bisogni e dopo essersi accoppiati. Azioni, per noi semplici e quotidiane, che ci forniscono informazioni utili rispetto alla prevenzione delle infezioni e soprattutto rispetto al senso di altruismo diffuso tra i primati. La capacità di riconoscere il dolore degli altri e aiutare ad alleviarlo potrebbe non essere una nostra prerogativa, anzi potremmo averlo ereditato dall’antenato in comune con gli scimpanzé vissuto 7 milioni di anni fa.
«Il fatto che alcuni scimpanzé aiutino membri del gruppo non imparentati, togliendo trappole o trattando ferite, rafforza le teorie e le osservazioni che siano mossi da empatia o da una forma di solidarietà spontanea. Una prospettiva che ci costringe a rivedere le barriere che abbiamo costruito tra “noi” e “loro”», ha spiegato la primatologa Elodie Freymann che guida lo studio.
Lo studio presenta ancora qualche limite: la presenza umana a cui questi animali sono abituati potrebbe aver influenzato il numero e i comportamenti osservati, inoltre è necessario procedere con ulteriori analisi farmacologiche per capire se le piante usate dagli scimpanzé abbiano effettivamente delle proprietà curative per le loro ferite. In ogni caso, sembra evidente che non siamo i soli capaci di prendersi cura degli altri e di sé stessi. Questo forse potrebbe aiutarci a non pensarci così “speciali” come spesso accade.
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