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4 Luglio 2025
Podcast / Io non mi rassegno

Caldo e diritti: i limiti dell’ordinanza sarda sul lavoro all’aperto – INMR Sardegna #85

L’ordinanza che vieta il lavoro nelle ore più calde tutela tutti i lavoratori e le lavoratrici? ne parliamo con Fausto Durante, segretario della Cgil sarda. Poi il maxi parco fotovoltaico del colle di Sant’Elia, dati sui pediatri nell’Isola e politiche a favore delle persone con sensoriali.

Autore: Redazione Sardegna che Cambia
sardegna lavoro rassegna stampa caldo
L'articolo si trova in:

Trascrizione della puntata

Stop alle attività lavorative all’aperto nelle ore più calde delle giornate a rischio elevato. Tra le notizie principali della settimana c’è l’ordinanza firmata dalla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, per tutelare lavoratrici e lavoratori esposti al caldo estivo. Valido fino al 31 agosto 2025, il provvedimento impone il divieto di lavoro all’aperto dalle 12:30 alle 16 nei settori agricolo, florovivaistico e dell’edilizia, esclusivamente nei giorni in cui il sistema Worklimate segnala un livello di rischio “alto” per esposizione al caldo. La Regione come riporta Cagliaripad, ha spiegato in una nota che “L’ordinanza risponde all’esigenza di tutelare la salute. In particolare, è finalizzata a ridurre l’impatto dello stress termico ambientale sui lavoratori e, quindi, i rischi cui sono esposti, evitando così conseguenze gravi. L’atto firmato – prosegue la nota – dalla presidente Todde si basa sulle indicazioni del Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile regionale, che ha già emesso diverse allerte per temperature elevate nelle scorse settimane”. Una ordinanza importante che insieme parla della necessità di tutela del lavoro ma – tra le righe – della necessità di politiche che tengano conto della grave crisi ambientale che stiamo vivendo, ma ritornando alla notizia principale, quello che ci siamo chiesti è: questa ordinanza chi lascia indietro? Quali sono i lavoratori e lavoratrici da non dimenticare, che saranno prossimamente costretti al lavoro in situazioni climatiche potenzialmente anche pericolose? Lo abbiamo chiesto a Fausto Durante segretario generale della Cgil Sardegna.

Altra notizia centrale negli ultimi giorni è il fatto che la società che fa capo al ministero della difesa, la Difesa Servizi spa, ha pubblicato un avviso di gara europea, a procedura aperta, “per la valorizzazione, mediante concessione, di aree militari per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. In settimana la giornalista Marzia Piga su CagliariToday ha realizzato in merito un approfondimento, che spiega come l’elenco di zone a disposizione sia composto da ventidue aree militari in tutta Italia, e sull’unico sito sardo, quello della Marina nel Colle di Sant’Elia, si sono scatenate non solo polemiche, ma anche la dura presa di posizione di Regione e Comune di Cagliari. Il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, ha inviato una lettera allo stesso ministro Crosetto, presente tra l’altro in questi giorni a Decimomannu con il presidente Mattarella per la cerimonia di consegna delle Aquile dei nuovi piloti. Comandini ha sollevato il nodo dei beni demaniali militari che dovrebbero passare in capo alla Regione e ha ricordato come l’area in questione faccia parte dei 350 beni demaniali militari che, secondo l’accordo Stato-Regione del 2008, devono essere restituiti alla Sardegna. Nella lettera, il presidente del Consiglio regionale cita anche l’articolo 14 dello Statuto speciale della Sardegna, che attribuisce alla Regione la gestione dei beni demaniali sul proprio territorio. Anche la presidente della Regione, Alessandra Todde, si è schierata contro la decisione, “Si tratta di un atto inaccettabile – afferma – perché si vuole trasformare un bene militare dismesso, di altissimo valore paesaggistico e storico, in un impianto industriale senza alcun confronto con la Regione o il Comune”. La presidente ha sottolineato anche come il Colle di Sant’Elia sia destinato a un recupero sociale e culturale secondo il Piano Urbanistico Comunale, e promette battaglia legale e politica per fermare il progetto e tutelare il territorio e la comunità. La levata di scudi è stata collettiva, con anche l’assessore regionale agli Enti locali e Urbanistica, Francesco Spanedda, che ha dichiarato come si tratti di “una scelta priva di fondamento tecnico e giuridico, con forti criticità amministrative, paesaggistiche e urbanistiche”, e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, che ha rimarcato come “Quell’area è iper-vincolata sia sul fronte ambientale sia sul fronte archeologico e monumentale – ricorda Zedda – è inverosimile che possa essere realizzato un parco fotovoltaico sulla sommità del Colle tra Calamosca e la Sella del Diavolo”. In questo contesto si inserisce anche la richiesta dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico per l’annullamento parziale del bando, richiesta che rappresenta un ulteriore passo verso un possibile contenzioso istituzionale, ma anche un segnale forte: la transizione ecologica non può essere calata dall’alto, né realizzata a scapito dei territori e dei loro diritti.

In Sardegna, almeno per ora, non si parla di carenza di pediatri di libera scelta. Lo dice la Fondazione Gimbe nel suo ultimo report, secondo cui al 1° gennaio 2024 la situazione appare sotto controllo: il numero medio di assistiti è pari a 820 per pediatra, ben al di sotto della soglia massima consentita. Sempre dal report emerge un altro dato rilevante: oltre il 60% dei bambini in carico ai pediatri sardi ha più di cinque anni, contro una media nazionale che supera l’80%. Questo significa, in pratica, che i pediatri dell’isola seguono pazienti più piccoli rispetto ad altre regioni. Ma il futuro è tutt’altro che garantito. Entro il 2028, 62 pediatri andranno infatti in pensione. E se oggi il sistema regge, lo si deve anche all’innalzamento del rapporto ottimale da 600 a 850 assistiti per pediatra, stabilito dall’ultimo accordo collettivo. Una misura che, secondo il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, ha semplicemente “assorbito” le carenze precedenti, senza risolverle alla radice. Restano poi le criticità territoriali, che le fotografie regionali spesso non mostrano: le carenze localizzate nelle zone interne, montane, a bassa densità abitativa, dove trovare un pediatra resta difficile. In merito, l’assessore regionale alla Sanità Bartolazzi, ha annunciato l’attivazione delle case di comunità e la definizione delle cosiddette “aree disagiatissime”, oggi oggetto di contrattazione. Una pianificazione in corso quindi, che dovrà tradursi presto in soluzioni concrete, anche perché i numeri regionali non devono far dimenticare le difficoltà quotidiane che molte famiglie affrontano nei territori meno serviti. Noi come sempre continueremo a raccontare questi cambiamenti, con l’attenzione che dobbiamo ai temi del diritto alla salute e all’equità territoriale.

Una Sardegna più accessibile, più attenta, più inclusiva. Con due iniziative concrete, la Regione e il Comune di Cagliari compiono un passo deciso verso l’inclusione delle persone con disabilità sensoriali. Partiamo dalla Regione: la Giunta ha approvato la prosecuzione del progetto “Innovare, informare, partecipare”, destinato a migliorare la comunicazione per persone sorde e ipoacusiche. Un’iniziativa nata nel 2021, oggi rafforzata grazie a 189 mila euro del Fondo nazionale per l’inclusione. A promuoverla, una rete tutta sarda che coinvolge la Direzione generale delle Politiche sociali, Sardegna Ricerche e il CRS4. Il cuore del progetto è la sperimentazione di strumenti digitali per la traduzione automatica della Lingua Italiana dei Segni (LIS), basati su modelli di intelligenza artificiale. Tecnologie nuove, ma con un approccio chiaro: coinvolgere le persone sorde e le loro associazioni in ogni fase di sviluppo. “Un contributo decisivo – hanno sottolineato dall’assessore regionale alla Sanità – per far evolvere davvero il progetto”. E dalla Regione passiamo al capoluogo. A Cagliari, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna l’Amministrazione a introdurre la LIS e il Braille sin dai nidi e dalla scuola dell’infanzia. L’obiettivo: costruire una cultura educativa più inclusiva e consapevole.

Un segnale politico chiaro, trasversale, che – come ha detto la promotrice Stefania Loi di Fratelli d’Italia – “rafforza il ruolo di Cagliari come città attenta ai diritti e all’innovazione educativa”. Il documento prevede formazione del personale, materiali accessibili e campagne di sensibilizzazione rivolte alle famiglie. Un impegno che guarda lontano, ma parte dalle aule dei più piccoli. Due segnali forti, che raccontano una Sardegna che non solo prende atto delle necessità presenti, ma comincia a rispondere con scelte concrete. Noi continueremo a raccontarle, queste scelte, perché l’inclusione è un processo. E ogni passo avanti, se ben raccontato, può diventare contagioso.

Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme:

Cosa significa oggi parlare di Pride, tra diritti negati, famiglie invisibili e rivendicazioni che faticano a trovare spazio? Nella quarta puntata del Talk mensile di Sardegna Che Cambia che abbiamo pubblicato lunedì proviamo a rispondere a questa domanda partendo da un’esperienza personale e politica: quella di Giorgia Saba, attivista e madre lesbica, ospite in studio.  Attraverso il suo racconto affrontiamo temi centrali come il mancato riconoscimento (fino a qualche settimana fa) della madre non biologica, l’assenza del matrimonio egualitario, gli ostacoli burocratici e culturali che ancora oggi colpiscono genitori e figli. Ma allarghiamo anche lo sguardo al significato più ampio del Pride perché come diciamo: “Non esiste liberazione senza giustizia per tutti e tutte”. Trovate tutto sul nostro canale YouTube, sardegna che cambia, e qualche estratto sui nostri canali social, Instagram e Facebook

Martedì invece spazio alla rubrica “Tutto il mondo è paese” a cura di Michela Calledda della Libreria La Giraffa di Siliqua. Parliamo di linguaggio, comunicazione e della potenza delle parole che scegliamo di usare. In un momento storico in cui le notizie spesso sembrano sommergerci, è fondamentale riflettere sulla potenza di ciò che diciamo e di come lo diciamo; il linguaggio si rivela come la prima linea di resistenza. Le parole, infatti, non sono mai neutrali: possono costruire ponti o innalzare muri, curare o ferire. Quello che scrive Michela Calledda è che – ve ne leggo un pezzetto – “Scegliere parole pulite, attente, non è buonismo. È una forma di militanza. È dire: non voglio somigliare a chi semina disprezzo. Non voglio partecipare al gioco della riduzione, del nemico facile, dell’ingiustizia spiegata in due righe. Non voglio scrivere come si spara. La frustrazione che ci abita è reale e sarebbe legittimo darle voce.” Trovate tutto l’articolo integrale su www.sardegnachecambia.org

Mercoledì abbiamo invece parlato di fondo di solidarietà perché la presa di posizione della Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde e il dibattito politico che ha seguito la comunicazione del Ministero dell’Interno circa il congelamento dell’erogazione del saldo dell’ultima rata del Fondo di solidarietà comunale, nell’Isola hanno acceso il confronto tra Regione, Comuni e Governo.  Quello che fin da subito Regione e amministrazioni comunali hanno sottolineato, è che si tratta di una decisione che rischia di mettere in crisi le finanze di molti enti locali dell’Isola, soprattutto quelli più piccoli e fragili. Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Qual è il ruolo di questo fondo, e il suo eventuale congelamento rappresenta davvero un problema così grave? Se sì, come? Stefano Gregorini ce lo ha spiegato nel nuovo appuntamento della sua rubrica “Maestrale”, in cui approfondisce il funzionamento del Fondo, le implicazioni del blocco e le posizioni della Regione Sardegna, con uno sguardo anche sulla complessa evoluzione della finanza pubblica degli enti locali. Non perdetevelo, lo trovate sempre sul nostro sito

Giovedì infine abbiamo pubblicato la seconda parte dell’intervista a cura della nostra claudia piras, ad Alberto Cossu, sociologo dei media e delle culture digitali. Con lui esploriamo un panorama social che va oltre il semplice farne parte: la domanda centrale è infatti come stiamo sui social. Dai contenuti di relax alla ricerca di un senso di risonanza umana, emerge un’idea inaspettata: TikTok ad esempio potrebbe essere uno strumento di “decompressione” più che di ansia, un luogo dove il nostro bisogno di connessione si traduce in condivisione di momenti semplici, lontani dalla dialettica tossica di altre piattaforme. Ma questa dimensione che riflesso ha su come viviamo e percepiamo il mondo? E il concetto di ipernormalizzazione, sempre più frequente nelle analisi sul nostro modo di stare sui social, cosa significa e cosa comporta? Un’intervista interessante, la trovate integrale sul nostro portale, sempre su www.sardegnachecambia.org

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:

  • Inizio da oggi perché per l’anteprima del Festival Premio Emilio Lussu, La Giraffa, la libreria indipendente di siliqua, ospiterà dalle 19 Valentina Pisanty che, in dialogo con Francesco Bachis, presenterà il suo libro “Antisemita, una parola in ostaggio”. Un incontro importante e urgente. Il libro di Pisanty indaga le derive di senso che hanno trasformato il termine “antisemita” in un’arma retorica e politica, sottraendolo alla sua storia per piegarlo a usi strumentali. A partire da casi emblematici Pisanty invita a non smettere di distinguere, a difendere la complessità, a non confondere antisionismo e antisemitismo, perché l’uno non assolve né giustifica l’altro, ma confonderli serve solo a zittire il dissenso. Un appuntamento decisamente importante
  • Fino al 6 luglio, Gavoi ospita la 19esima edizione del festival letterario L’Isola delle Storie, giornate in cui visitatori, scrittori, viaggiatori, artisti e lettori animano il paese barbaricino. Come ogni anno, gli eventi vanno in scena sparsi tra piazze, vie ed edifici storici del paese: Casa Maoddi, il giardino comunale di Binzadonnia, le piazze Mesu Bidda e Sant’Antriocu e il caratteristico balcone di S’Antana ‘e Susu. Tra i numerosissimi ospiti, spiccano i nomi di Elvira Serra, Beppe Severgnini, Chiara Valerio, Marco Varvello, Vittorio Zincone, Marcello Fois e Paola Caridi. Anche nell’edizione 2025 è prevista una sezione dedicata a bambini e ragazzi, a cura dell’associazione Lughenè. Trovate tutte le informazioni nel sito ufficiale www.isoladellestorie.it
  • Proiezioni, reading, masterclass, itinerari cineturistici e libri per celebrare il rapporto tra il mare e la settima arte e rilanciare la candidatura di Alghero città del cinema in Sardegna  Dal 5 al 20 luglio nella Riviera del Corallo ritorna Cinema delle Terre del Mare, il Festival itinerante per cinefili in movimento, che sposa la passione per l’arte cinematografica con le suggestioni di baie, calette, spiagge, ma anche storici spazi urbani. Per la prima volta, sono coinvolti anche nuovi territori ricchi di fascino, come la miniera a cielo aperto dell’Argentiera e Santa Teresa Gallura. Anche questo un evento da non perdere, trovate tutte le info su www.umanitaria.it
  • • Un evento che si terrà invece il 12 luglio a Seneghe è l’alterday fest, importante appuntamento di aggregazione sociale per la scena musicale sarda. La line up prevede le esibizioni di Paolo Angeli, Ilienses, Primo Atto di Secessione, Bakis, Cuntrattu Sa ‘Ena e Dancalia. L’evento si terrà a partire dalle 19:30 ed è previsto un biglietto di ingresso del costo di 10 euro. Per ulteriori informazioni è possibile consultare la pagina Facebook o l’account Instagram di Alterday Events.

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