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24 Ottobre 2025
Podcast / Io non mi rassegno

Finanziaria 2026: Todde accelera sulla manovra – INMR Sardegna #97

Parliamo di Finanziaria 2026 con Alessio Silvestrini di Sardegna Chiama Sardegna. Poi la sentenza del TAR sull’ampliamento della RWM, la nuova emergenza siccità e la classifica Ecosistema Urbano 2025.

Autore: Redazione Sardegna che Cambia
finanziaria
L'articolo si trova in:

Trascrizione della puntata

Notizia centrale della settimana è la manovra di bilancio e il fatto che la Regione sta accelerando sulla Finanziaria 2026: negli ultimi giorni ci sono state le ultime interlocuzioni tra maggioranza e l’assessorato alla Programmazione, guidato da Giuseppe Meloni, per perfezionare il disegno di legge che dovrà essere approvato dalla giunta e quindi esaminato dal Consiglio regionale. I tempi sono stretti: i documenti di bilancio vanno approvati entro il 31 dicembre, altrimenti scatta l’esercizio provvisorio e la spesa resta bloccata. Proprio sul rispetto delle scadenze si è concentrato il vertice voluto dalla presidente Todde con i partiti di centrosinistra. «Il tema fondamentale è come arrivare all’approvazione della Finanziaria entro la fine dell’anno, in maniera tale da permettere a Comuni, Province e tutti gli enti intermedi di programmare in maniera concreta e con dei presupposti diversi rispetto al passato. Una buona programmazione è legata anche a una buona gestione della spesa». Al nodo dei tempi si lega la cosiddetta vertenza sulle entrate: la Regione rivendica un credito con lo Stato di circa 1 miliardo e 700 milioni di euro, somme che, ha ricordato Todde, non sono state riconosciute negli ultimi anni. Per questo è stata chiesta una riunione al ministro Giorgetti, con l’obiettivo di chiarire quante di quelle risorse potranno essere utilizzate già nella prossima Finanziaria. Il calendario è serrato e la Regione lavora per chiudere la manovra entro fine anno, ma c’è una realtà che riguarda la cronaca, questa cronaca nello specifico, ed è il fatto che è un tema di cui si parla molto, ma che spesso resta un po’ oscuro fuori dai palazzi della politica. Per questo abbiamo chiesto ad Alessio Silvestrini, funzionario comunale e tesoriere di Sardegna Chiama Sardegna, di aiutarci a comprendere meglio come funziona la Finanziaria regionale e perché è così importante approvarla in tempo.

Le parole di Silvestrini: “Una legge finanziaria è un atto fondamentale che ha, si dice, funzione autorizzatoria: è un atto con cui i rappresentanti dei cittadini, quindi in Sardegna il Consiglio Regionale, in Italia il Parlamento, ogni anno autorizzano i loro esecutivi a spendere i soldi pubblici da un lato e dall’altra parte a riscuotere le imposte previste. Questo tipo di decisioni quindi non le possono prendere in solitaria gli esecutivi, ma devono sempre essere autorizzate dai rappresentanti dei cittadini, e questo è uno dei primissimi principi che già le prime costituzioni hanno fissato: la rivoluzione americana alla fine del 1700 aveva proprio questo obiettivo con il famoso principio “no taxation without representation”, ma già a inizio 1200 la magna carta britannica prevedeva qualcosa del genere. Una finanziaria oggi si compone di due parti: una prima parte che contiene una lunghissima serie di aggiustamenti alle norme vigenti, tutti aggiustamenti che hanno effetti diretti sulle finanze pubbliche: quali imposte aumentare o diminuire, quali spese, quali servizi o investimenti introdurre o tagliare. Questa serie di modifiche viene giornalisticamente chiamata “manovra” proprio per questa sua caratteristica, questo scopo di modificare, manovrare come si muoveranno le finanze pubbliche nell’anno entrante. La seconda parte di una finanziaria invece è il bilancio preventivo, sostanzialmente una lunga serie di tabelle che definiscono puntualmente tutte le entrate e le uscite autorizzate per l’anno entrante, sulla base sia delle norme vigenti sia delle modifiche previste dalla manovra. Si va proprio a dire quasi ad ogni ufficio a conti fatti quanto può spendere e per quali funzioni, o quanto è suo compito incassare. Tecnicamente nella Regione Sardegna la manovra si chiama “Legge di Stabilità”, questo perché dalle ultime crisi finanziarie, dalla crisi greca del 2010, l’Europa e l’Italia richiedono che i provvedimenti di bilancio annuali in tutti gli enti pubblici abbiano come primo obiettivo la stabilità dei conti pubblici, cioè tendenzialmente il pareggio di bilancio, la sicurezza che le spese pubbliche non finiscano per superare le entrate. In Sardegna in questi giorni si parla di finanziaria perché appunto sta iniziando l’iter di preparazione di questo documento. Perché è importante? Qui potremmo parlare per ore di tutte le funzioni finanziate dal bilancio regionale, ma ne cito due che sono tra le più significative: il primo è il sistema sanitario pubblico, che è interamente finanziato attraverso il bilancio regionale, e anzi in tutte le regioni è la fetta più grossa. Esempio molto concreto: vi sarà capitato di andare a fare un prelievo con l’impegnativa in un centro convenzionato, e di sentirvi dire che dovete pagare di più perché sono “finiti i fondi per le prestazioni convenzionate”, ecco quei fondi che mancano sono stanziati, o non stanziati direi in questo caso, dal bilancio regionale. Un secondo aspetto il finanziamento dei nostri comuni, che soprattutto per quanto riguarda la spesa per i servizi sociali, ma non solo, è in una buona parte alimentato da fondi regionali. Quindi occhi puntati sul consiglio regionale nelle prossime settimane perché dalle decisioni che saranno prese dipendono molti degli aspetti che condizioneranno le nostre vite il prossimo anno, e anche la tempestività è importante. Lo scorso anno la Regione ha approvato il bilancio che doveva essere “preventivo” per il 2025 solo ad aprile 2025. Questo, a parte il fatto che fa perdere di senso un provvedimento che dovrebbe essere adottato prima dell’inizio dell’anno, ma il vero problema è che mette in serie difficoltà anche molti comuni, che se ricevono i finanziamenti troppo tardi, per una serie di regole contabili rischiano di tardare di molti mesi, ed in alcuni casi di un intero anno prima di riuscire ad erogare i propri servizi o a realizzare le proprie opere. C’è un impegno della presidente Todde quest’anno a procedere più spedita e chiudere la partita entro il 31 dicembre e insomma, staremo a vedere.

Il Tar della Sardegna sulla questione RWM ha fissato un termine chiaro alla Regione, mettendole un po’ di fretta: a partire ovvero dal 17 ottobre si ha a disposizione sessanta giorni per concludere la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale richiesta dalla società Rwm per l’ampliamento degli impianti della cosiddetta fabbrica di bombe, nel Sulcis. Se la giunta non si esprimerà entro il termine stabilito, la facoltà di decidere passerà al Ministero dell’Ambiente. La sentenza, resa nota in settimana, sottolinea che la Regione ha superato i tempi consentiti per dare una risposta positiva o negativa sulla compatibilità ambientale delle nuove linee produttive, senza però autorizzare automaticamente Rwm ad ampliare gli impianti. La controllata italiana del colosso tedesco Rheinmetall, che produce bombe e droni, resta quindi in attesa. Questa settimana, in un’intervista rilasciata a La Nuova Sardegna, la presidente Alessandra Todde ha spiegato in come «Questa vicenda si è sviluppata su tre livelli – ha detto – c’è il piano ambientale: la giunta Pigliaru aveva dato l’ok all’ampliamento senza ulteriori valutazioni, le associazioni ambientaliste hanno fatto ricorso e vinto, e il Consiglio di Stato ha imposto l’adozione della Via. Se queste stesse associazioni mi portano un dossier corposo, devo verificarlo prima di dare l’ok, per evitare un nuovo contenzioso». Todde ha poi sottolineato anche il secondo livello, legato alla tutela dei posti di lavoro, «non possiamo accettare lavoro precario e non vogliamo ritrovarci con licenziamenti». E il terzo aspetto, etico: «Dobbiamo chiederci se vogliamo far parte di un’economia di guerra e valutare eventuali alternative; se ci sono ricadute tecnologiche sul territorio, potrei guardare a certe attività con un altro occhio». La giunta ha assicurato che il proprio giudizio arriverà entro i giorni indicati dal Tar, ma al momento resta incerta la decisione finale. Per gli osservatori in protesta, la questione non è solo tecnica ma profondamente politica, con la maggioranza regionale chiamata a trovare un equilibrio. Nel frattempo, le associazioni antimilitariste e ambientaliste in Sardegna continuano a mobilitarsi contro l’ampliamento, con mail bombing alla Regione e altre iniziative di protesta e sensibilizzazione, affinché prevalga il “no” all’economia di guerra sull’isola.

La Sardegna nord-occidentale entra ufficialmente in fase di emergenza idrica. Dopo settimane di monitoraggio e analisi al tavolo di crisi convocato dalla Regione, i livelli d’acqua negli invasi del Bidighinzu e del Temo hanno ormai raggiunto soglie critiche a causa del protrarsi della siccità. Per fronteggiare la situazione, la Regione ha attivato un piano straordinario di razionamento, che prevede la sospensione programmata dell’erogazione d’acqua in diversi comuni del nord-ovest dell’Isola. Dal 22 ottobre, scattano le chiusure notturne: ad Alghero i rubinetti resteranno a secco dalle 22 alle 6, mentre a Sassari e in altre località le interruzioni saranno programmate nei giorni successivi, fino a passare, dal 1° novembre, a turnazioni a giorni alterni, con 24 ore di erogazione seguite da 24 ore di interruzione. Parallelamente, Abbanoa e gli altri enti coinvolti – Enas, Adis ed Egas – hanno predisposto un coordinamento permanente con i Comuni interessati, attivando servizi sostitutivi con autobotti e serbatoi mobili, e riservando particolare attenzione alle utenze più fragili, come scuole, ospedali e strutture socio-sanitarie. Il gestore sta inoltre valutando fonti alternative di approvvigionamento, dai pozzi alle sorgenti locali, per ridurre al minimo i disagi. Le ripercussioni della crisi idrica si avvertono anche sul tessuto economico locale. Marco Rau, presidente provinciale di Confartigianato imprese Sassari, sottolinea: “È un danno perché le imprese sicuramente non possono bloccare il processo produttivo”. Salvatore Fois di Adiconsum aggiunge: “Se il Bidighinzu e il Temo non hanno il quantitativo d’acqua per rifornire i consumatori, la responsabilità non ricade su Abbanoa. Ma è anche vero che avrebbero dovuto verificare preventivamente gli invasi per garantire continuità del servizio idrico ai cittadini”. La crisi idrica del nord-ovest sardo non è solo un disagio temporaneo: colpisce famiglie, scuole e attività produttive e mette alla prova la capacità di pianificazione e gestione delle risorse idriche da parte degli enti competenti.

è stata pubblicata l’edizione 2025 di Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, che misura le performance ambientali dei 106 capoluoghi di provincia italiani. In Sardegna, Cagliari si conferma prima tra i capoluoghi dell’isola: bene la raccolta differenziata, che supera il 75%, e la qualità dell’aria. La città si distingue anche per la mobilità: terza in Sardegna tra le città medie per offerta di trasporto pubblico, con 193 viaggi pro capite all’anno. Tra le altre città sarde, Nuoro perde 17 posizioni scivolando al 69° posto, Oristano ne perde 12 arrivando al 74° e Sassari scende di una posizione, al 75°. Nonostante il buon risultato nella raccolta differenziata – oltre l’80% a Nuoro e Oristano – tutti i capoluoghi soffrono di gravi perdite idriche: dal 53,1% di Nuoro al 63,8% di Sassari. Criticità però anche per la mobilità sostenibile: poche ZTL, isole pedonali e piste ciclabili, e un numero elevato di auto in circolazione – 69 ogni 100 abitanti a Cagliari, fino a 79 a Nuoro. Sassari, inoltre, registra un aumento del suolo impermeabilizzato di oltre 21 metri quadrati per abitante nonostante il calo demografico tra il 2018 e il 2023. Marta Battaglia, presidente di Legambiente Sardegna, sottolinea che “i nostri capoluoghi hanno punti di forza come la raccolta differenziata e l’offerta di trasporto pubblico, ma si trascinano ancora elementi di debolezza importanti come le perdite di rete, che incidono sulla disponibilità di una risorsa strategica come l’acqua. Serve un impegno concreto da parte dei Comuni e degli enti competenti”. Insomma, risultati incoraggianti ma ancora molto da fare: l’occasione ora a partire dai dati è quella di un cambiamento che sia in grado anche di rendere i capoluoghi laboratori di buone pratiche ambientali.

Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme:

Lunedì abbiamo inaugurato la nostra settimana di pubblicazioni con un articolo di Alessandro Manno di TocTocSardegna in cui abbiamo parlato del tema della settimana lavorativa corte. Quando parliamo di questo tipo di organizzazione del lavoro, si intende una settimana lavorativa che non viene più strutturata in cinque giorni di lavoro, bensì quattro a parità di contribuzione. Un progetto che varie aziende in Europa e in Italia hanno provato a sperimentare, ottenendo risultati interessanti che potrebbero portare questo modello ad essere applicato in modo più esteso nei prossimi anni. Ma quello che ci siamo chiesti è: cosa manca perché diventi un modello diffuso anche nell’Isola? Trovi l’articolo su www.sardegnachecambia.org

Martedì invece spazio alla nostra Sara Brughitta con un’intervista molto interessante a Francesca Loi, astrofisica, astronoma e divulgatrice scientifica. Su Instagram il suo nome è Astrollica ed è qua che racconta l’universo utilizzando la lingua sarda, in un intreccio di scienza e identità. Nell’intervista Francesca Loi ci racconta come le stelle e le costellazioni siano state parte integrante della cultura sarda, con nomi e storie che affondano le loro radici nel vissuto quotidiano delle comunità e nel mondo agro-pastorale. Ad esempio: sapete che nella cultura sarda l’Orsa Maggiore è chiamata is sete frades – i sette fratelli? Quello che ci siamo chiesti è anche se la percezione sulla scienza potrebbe cambiare se fosse insegnata nelle scuole in lingua sarda, facendola apparire meno “distante”, ma parliamo anche di quelli che sono i pregiudizi che caratterizzano il mestiere: donna di scienza e che parla pure in sardo, una combo che ancora – come racconta l’astronoma – fa storcere il naso. Ne parliamo nell’intervista completa sul nostro sito.

“La guerra, oggi, non si fa solo con le armi ma anche con le locandine dei teatri, con i nomi che spariscono dai cartelloni all’ultimo e con le nomine che cadono dall’alto tipo sentenza del tribunale”. Giovedì abbiamo pubblicato un approfondimento a cura di Francesca Mulas, dove guardiamo alla musica e al suo ruolo nel palcoscenico del reale. Passando dal caso della contestata nomina alla Fenice di Beatrice Venezi come direttrice artistica fino all’ostracismo silenzioso (ma evidente) di Ghali dai media mainstream – colpevole di aver chiesto una Palestina libera, l’articolo si concentra sulle ingerenze, le tensioni e le critiche che fanno il mondo della musica e che vedono anche la Sardegna al centro di questo terremoto. Come scrive Francesca Mulas, ‘’Chi ancora va in giro a dire che la cultura deve restare “neutra” o mente sapendo di mentire, o davvero non ha capito come funzionano le cose.”

Giovedì infine abbiamo chiuso la nostra settimana di pubblicazioni con Maso Notarianni un giornalista, fotoreporter e attivista. Lo ha intervistato la nostra Claudia Piras (esperta che cura una rubrica incentrata sul ruolo dei social) in merito alla sua esperienza con la Global Sumud Flotilla, la missione diretta verso Gaza che ha cercato di rompere simbolicamente l’assedio di Israele, riuscendo ad animare un impegno politico che dagli schermi ha invaso poi la realtà, con migliaia di persone in protesta anche nell’Isola. Una riflessione che attraversa l’evoluzione dell’attivismo: da quello digitale, spesso intrappolato negli algoritmi dei social network, a quello “reale”, nelle piazze e nelle strade. La Flotilla, spiega, ha rappresentato un momento di svolta, un “click mentale” che ha riportato molte persone a un’azione reale, fatta di corpi e di rischio. Un’esperienza che apre anche a una riflessione sul potere della comunicazione e della propaganda: dalla censura all’efficacia simbolica del “corpo dell’eroe” bianco e occidentale, capace di rompere l’indifferenza ma anche di ricordare quanto la decolonizzazione delle nostre menti sia ancora lontana. Da leggere, sempre su www.sardegnachecambia.org

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:

  • Questa settimana inizio col parlarvi non di un evento ma un’occasione in arrivo. La Commissione Nazionale Italiana per i Collegi del Mondo Unito ha aperto il bando di selezione per il biennio 2026‑2028. Le borse di studio sono rivolte a giovani italiani, con alcune riservate esclusivamente agli studenti residenti in Sardegna. I ragazzi selezionati potranno frequentare uno dei 18 collegi UWC distribuiti in quattro continenti e conseguire il Diploma di Baccellierato Internazionale, vivendo un’esperienza formativa unica a contatto con coetanei provenienti da oltre 180 Paesi. Lo scorso anno tre giovani sardi hanno avuto questa opportunità, frequentando i collegi di Duino, Maastricht e Norvegia. Le candidature sono aperte fino al 31 ottobre 2025. Tutte le informazioni e il bando completo sono disponibili sul sito di UWC Italia.
  • a Ulassai sono state inaugurate due nuove mostre dedicate a Maria Lai, protagonista dell’arte contemporanea italiana. “Maria Lai. Mondo incandescente” e “Sono la parola di un libro” offrono un doppio percorso: uno collettivo e urbano, con opere realizzate da artisti sardi contemporanei nel cortile del Museo Camuc, e uno più intimo e meditativo, con la personale di Fabio Frau in dialogo con l’eredità di Lai. Le esposizioni saranno visitabili fino all’8 dicembre presso Museo Camuc e Stazione dell’Arte, accompagnate da laboratori, workshop e attività didattiche rivolte a scuole e pubblico. Un’occasione per celebrare l’arte come esperienza condivisa, non perdetevele!
  • Amanti delle sagre oggi vi pensiamo, suggerendovi fino al 26 ottobre a Settimo San Pietro, Malavaxia, il Festival della Malvasia giunto alla XIV edizione. Tre giorni di gusto, cultura e tradizione tra degustazioni, mostre, convegni, spettacoli e musica nelle vie, nei cortili storici e nelle case campidanesi del centro. Il programma include l’Anteprima del Festival con la mostra fotografica “Genti Settimesa”, il concorso “Malvasia d’eccellenza”, laboratori, momenti di animazione per bambini e spettacoli itineranti. Domenica 26 sarà dedicata alla convivialità con il Palio delle botti, pranzo tradizionale e premiazioni. Un evento che unisce valorizzazione del territorio, cultura vitivinicola e partecipazione della comunità, con ingresso libero e Info Point in via Gramsci 84.

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