13 Mar 2024

Nuova vita alle aree interne grazie ai giovani di Percorsi Spericolati

25 giovani sono pronti a intraprendere un percorso di formazione residenziale e multidisciplinare per imparare come valorizzare aree interne e montane. Sono coloro che hanno partecipato alle selezioni appena concluse della call promossa da Fondazione Pittini per valorizzare le aree interne attraverso uno scambio tra le giovani generazioni e le attività imprenditoriali innovative presenti sul territorio del Friuli-Venezia Giulia e un gruppo di giovani formati e pronti a sperimentare sul campo.

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Trieste, Friuli Venezia Giulia - Sono state 140 le candidature e 25 i giovani selezionati per la terza edizione di Percorsi Spericolati, il percorso di formazione multidisciplinare rivolto a giovani under 30 promosso dalla Fondazione Pietro Pittini in collaborazione con Italia che Cambia, l’associazione culturale Meraki-desideri culturali, Magma Srl, Avanzi. Sostenibilità per Azioni, rete Rifai, la Rete Italiana dei giovani Facilitatori delle Aree Interne, e con il contributo di Fondazione Friuli. 

Da questa settimana i giovani selezionati saranno impegnati in un programma intensivo che coinvolge anche 5 imprese partner e 15 formatori e speakers, tra camp residenziale – durante il quale ci sarà l’immersione nelle imprese – lavoro da remoto e lo spring camp conclusivo di maggio. Un’esplorazione che permetterà di acquisire alcune competenze chiave per imparare a promuovere e valorizzare le singole realtà e i territori, oltre all’attivazione di processi di ascolto e di valorizzazione delle realtà imprenditoriali, artigianali e culturali locali per individuare risposte innovative. 

percorsi spericolati 1

I 25 selezionati provengono da diverse regioni italiane – Lombardia, Puglia, Campania, Umbria, Calabria, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Basilicata, Abruzzo, Veneto, Friuli-Venezia Giulia – ma anche dalla Spagna e dalla Russia. Sono giovani entusiasti, qualcuno appena diplomato, la maggior parte con un percorso di studi più avanzato. Tutti motivati e desiderosi di contribuire a un nuovo sviluppo del territorio e delle aree interne.

C’è chi sogna di lavorare per contrastare lo spopolamento delle aree considerate marginali, in particolare i territori montani. È il caso di Chiara. «Ho da poco finito “Voglia di restare”, l’indagine che sottolinea come esista una fetta importante di popolazione, anche tra le fasce più giovani, intenzionata a partecipare alla rigenerazione e allo sviluppo dei propri territori, ma che spesso si trovano incastrati tra burocrazia e scelte di governo locale poco lungimiranti che li accantonano o che impediscono loro di creare spazi generativi di idee ed energie nuove. Penso che un progetto come Percorsi Spericolati sia la risposta a queste esigenze e che possa essere un modello anche per attivare altre aree in Italia». 

A dispetto di chi considera le giovani generazioni vuote, senza visioni e ideali, sono proprio loro a mostrare maggiore sensibilità e a contribuire fortemente a migliorare il mondo che hanno ereditato, frutto anche del disimpegno di una certa politica e dell’importanza data a modelli sociali ed economici distorti che puntano solo al profitto e non alla valorizzazione del capitale umano e dei luoghi. Sono proprio le giovani generazioni a essere portavoce di un nuovo modo di concepire spazi, relazioni e territori

percorsi spericolati 3

Alessandro, uno dei 25 giovani selezionati, vive e lavora a Bologna ma è nato e cresciuto in provincia di Benevento. «Ho una grande nostalgia di casa. Credo che dal “margine” del sistema – dal Sud, dalle aree interne, dalla montagna – si veda meglio l’orizzonte, ci sia più spazio per immaginare e praticare nuovi mondi possibili. Voglio fare questo lavoro nel mio territorio, ma prima sto cercando di viaggiare e conoscere il più possibile per apprendere da chi ha già praticato e contribuire a costruire reti di pratiche, conoscenze e nuove solidarietà».

Qualcun altro vuole lavorare ai margini, negli interstizi ombrosi, nel residuale. Forse proprio perché è nel disordine conflittuale delle periferie, come nel silenzio assordante delle aree interne, che c’è un sottobosco pulsante fatto di cultura del dono, del volontariato, di muto aiuto

A dispetto di chi considera le giovani generazioni vuote, senza visioni e ideali, sono proprio loro a mostrare maggiore sensibilità

«Le piccole realtà che nascono nei territori fragili sono la risorsa più grande di questo paese, sono i veri attori del placemaking. In questi mesi sul campo, ho visto che hanno bisogno di un “nudge”, di una spinta, di un accompagnamento silenzioso nel progetto, di “attivatori di agency”. Io voglio essere uno di questi», sottolinea Giuseppe. Percorsi Spericolati parla al cuore e al talento dei giovani, tra i tanti obiettivi infatti oltre a promuovere uno scambio generativo tra le attività imprenditoriali innovative presenti sul territorio del Friuli-Venezia Giulia, c’è anche quello di creare comunità. 

«Mi ha colpito l’intento che anima Percorsi Spericolati: mettere insieme competenze trasversali per supportare uno sviluppo consapevole e lungimirante delle aree a bassa densità, e lo spirito di comunità che lo sorregge: il desiderio di muovere insieme verso un futuro comune e più sostenibile coinvolgendo le generazioni più giovani», racconta Martina Angela. Queste sono solo alcune delle motivazioni dei candidati selezionati per l’edizione 2024 di Percorsi Spericolati. Se è vero – come dice un famoso detto – che “il buongiorno si vede dal mattino”, non possiamo che ben sperare. In bocca al lupo a tutte e a tutti!

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