Allevamenti intensivi, in Spagna una sentenza riconosce gli effetti devastanti per l’ambiente e le persone
In Galizia una sentenza riconosce gli effetti degli allevamenti intensivi sull’ambiente, sugli animali e sulle persone che vivono nei territori limitrofi.
Arriva dalla regione spagnola della Galizia la prima sentenza al mondo che riconosce un legame diretto tra inquinamento agricolo e intensivo e violazione dei diritti umani. In Galizia, la Corte Suprema ha condannato il governo regionale e l’ente nazionale che sovrintende la gestione delle risorse idriche per aver messo in pericolo la salute di circa 20mila persone nel comune di A Limia inquinando il bacino di Las Conchas e le aree circostanti.
La Spagna è il più grande produttore di carne suina in Europa e un terzo degli allevamenti è in Galizia. In qiesta area sono presenti moltissimi allevamenti intensivi che con i liquami prodotti hanno contaminato Las Cochas, l’infrastruttura costruita sul fiume Limia. Alcuni residenti appoggiati da diverse organizzazioni avevano già denunciato in passato la situazione: a causa dei fetori era impossibile aprire le finestre, non bevevano più l’acqua pubblica per l’elevato rischio di contaminazione dei pozzi della zona. Gli esperti hanno in effetti certificato la presenza di alti livelli di nitrati nell’acqua, mille volte superiori a quelli normali, oltre ad aver trovato batteri resistenti agli antibiotici.
La Corte ha stabilito un risarcimento di 30mila euro per ogni residente della zona e ha condannato anche la Confederazione Idrografica Miño-Sil e Limia per la decennale mancanza di controllo. Grazie alle associazioni ambientaliste ClientEarth e Friends of the Earth Spain, che per anni si sono battute affinché venissero riconosciuti gli impatti devastanti dell’allevamento intensivo non solo sugli animali sfruttati ma anche al territorio, per la prima volta si riconosce l’impatto su larga scala degli allevamenti intensivi.
È stato calcolato che solo in Italia circa 50.000 persone all’anno perdono la vita a causa di patologie generate dalle emissioni degli allevamenti intensivi. In Italia, la pianura padana è la zona del paese in cui il problema è più acuto. Gli impatti ambientali, economici, sociali e sanitari degli allevamenti intensivi sono enormi e non più sostenibili, dall’utilizzo delle superfici agricole per la produzione di mangimi, all’enorme quantità di inquinanti come l’emissione di ammoniaca e metano nell’aria e nitrati nel suolo e nelle acque.
La zootecnia industriale comporta la presenza di un elevato numero di animali in uno spazio ristretto, creando inoltre un ambiente favorevole al proliferare di virus e zoonosi. Senza dimenticare il consumo considerevole di acqua e la produzione di enormi quantità di escrementi animali da smaltire. Questa prima sentenza costituisce un precedente a cui associazioni e cittadini che vivono situazioni simili potranno fare riferimento.
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