Altro che Jova Beach Party. Il concerto di Elisa a San Siro è un modello sostenibile da adottare per i grandi eventi
Il concerto di Elisa a San Siro sarà un banco di prova per la filiera musicale impegnata nella ricerca di una maggiore sostenibilità.

Musica e ambiente, un binomio sempre più in voga negli ultimi tempi. Dai poco riusciti esempi del Jova Beach Party e del No Border Music Festival, ai Coldplay fino ad arrivare al “modello Massive Attack”, due band da anni impegnate a limitare e compensare le emissioni dei propri tour attraverso una serie di misure a favore della decarbonizzazione. Adesso è la volta di Elisa. Il 18 giugno salirà per la prima volta sul palco di San Siro e lo farà con un’attenzione particolare all’ambiente. Non solo spettacolo, musica e canzoni, ma anche un modo per sperimentare un modello sostenibile da adottare per i grandi eventi.
«Oggi non si può più scindere la bellezza dall’attenzione al mondo che ci ospita. L’obiettivo è dare alla sostenibilità il grande peso che ha. Da un lato è un onore potermene occupare ma dall’altro sento dispiacere per il fatto che non sia ancora del tutto normale e consueto, non vedo l’ora che diventi qualcosa di usuale fare grandi concerti nel modo in cui stiamo provando a farlo noi. Gli esempi si possono dare solo con le azioni, con la verità e l’onestà, non tanto con le parole» ha commentato Elisa nella conferenza stampa di presentazione.
L’energia sarà fornita da un sistema alimentato da fonti rinnovabili, verranno usati materiali riciclati e i fornitori saranno locali. È prevista la raccolta differenziata, una campagna sul riuso dei vestiti e l’introduzione del biocombustibile HVO al posto del gasolio per alimentare i generatori. Si stima una riduzione delle emissioni del 70%.
A livello mondiale, si stima che i concerti live producano fino a 670.000 tonnellate di CO₂ all’anno, con emissioni per spettatore che variano tra 2 e 10 kg di CO₂ per evento. Nei soli Stati Uniti, gli eventi musicali producono circa 400.000 tonnellate di gas serra e generano oltre 52 milioni di kg di rifiuti .
Il concerto di Elisa sarà una sorta di banco di prova verso la transizione sostenibile della filiera musicale e dei grandi eventi. Un laboratorio per dimostrare che certe scelte possono essere compiute e applicate anche su larga scala. La cantante triestina già nel 2022 ha contribuito all’introduzione del primo protocollo ESG per i concerti in Italia. Tetis e JustonEarth saranno le società che raccoglieranno e analizzeranno i dati.
La sperimentazione presenta ancora diversi limiti, fra tutti il fatto che, stando ai comunicati e alle note ufficiali, non torppa attenzione sia stata messa sulla riduzione dell’usa e getta, in particolare di bottiglie e bicchieri monouso. Tuttavia si tratta perlomeno di un inizio interessante, che prova ad andare oltre la logica puramente di marketing utilizzata in altri eventi.
Inoltre Elisa sta contribuendo alla realizzazione, a poca distanza da San Siro, di Plantasia – Parco Sonoro: un’ex cava abbandonata, uno spazio verde recuperato con tecniche di fitobotanica, che accoglierà un parco musicale immersivo ispirato all’album Mother Earth’s Plantasia pubblicato nel 1976 dal compositore canadese Mort Garson, uno dei pionieri del celeberrimo sintetizzatore Moog, divenuto celebre come uno dei primi esperimenti per favorire la crescita delle piante tramite la musica.
Un progetto finanziato da fondi pubblici e da una raccolta popolare che coinvolge cittadini, aziende e altri artisti, Plantasia sarà il primo parco sonoro di Milano, per gli organizzatori «un pezzo di città trasformato grazie a un evento culturale».
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