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10:20 21 Maggio 2025 | Tempo lettura: 4 minuti

Dall’Europa arrivano due nuove importanti azioni contro i reati ambientali

Convenzione sulla protezione dell’ambiente e la Strategia a lungo termine in materia ambientale sono le due nuove azioni dell’Europa contro i reati ambientali.

Autore: Redazione
reati ambientali

Si chiamano Convenzione sulla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale e Strategia a lungo termine in materia ambientale. Sono le due nuove azioni messe in campo dal Consiglio d’Europa per la protezione dell’ambiente. Con i due testi, adottati il 14 maggio scorso, si vuole costruire un quadro regolatorio condiviso dagli Stati del Consiglio d’Europa.

Convenzione sulla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale

Nel caso della Convenzione si tratta di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante che permetterà agli Stati di prevedere reati nel proprio ordinamento e assicurare che vengano puniti. La Convenzione entrerà in vigore solo quando almeno 10 Stati (di cui almeno 8 membri del Consiglio d’Europa) l’avranno ratificata. Attraverso questo nuovo quadro giuridico gli Stati potranno fronteggiare i reati gravi contro l’ambiente che sono stati lasciati impuniti o non hanno ricevuto procedimenti penali sufficienti.

Tra gli atti elencati nei 26 articoli di diritto penale sostanziale, ci sono:

  • Inquinamento con sostanze tossiche (tipo mercurio o gas serra)
  • Gestione illegale dei rifiuti pericolosi
  • Discariche abusive
  • Riciclaggio di navi (sì, succede… e inquina tantissimo)
  • Miniere illegali
  • Commercio illegale di legname
  • Caccia, pesca o commercio di specie selvatiche protette
  • Distruzione di habitat naturali

Anche se la parola “ecocidio” non compare nei punti operativi, viene citata nel Preambolo, e la Convenzione riconosce reati “particolarmente gravi” (tipo disastri ambientali intenzionali) che ricalcano proprio la definizione di ecocidio proposta a livello internazionale.

Il trattato sarà giuridicamente vincolante solo per gli Stati che lo firmano e lo ratificano nei loro parlamenti. Quindi:

  • Se uno Stato non lo firma, non ha alcun obbligo.
  • Se lo firma ma non lo ratifica, resta una bella intenzione su carta.
  • Se lo firma e lo ratifica, allora è obbligato a rispettarlo e ad adattare le proprie leggi penali ambientali di conseguenza.

Il trattato, approvato all’unanimità, ha richiesto due anni di lavoro da parte di esperti dei 46 Stati membri, insieme al contributo dell’UE, delle Nazioni Unite, dell’INTERPOL e della società civile in Europa e nel mondo. La Convenzione prevede un meccanismo di monitoraggio per garantire che venga applicata, perché la distruzione dell’ambiente, oltre a essere un fallimento politico, è soprattutto un reato penale che va sanzionato. Nel documento vengono presi di mira diversi reati contro l’ambiente e tutti gli atti intenzionali che provocano catastrofi ambientali assimilabili a ecocidi. 

«Questa Convenzione rappresenta una svolta nella protezione dell’ambiente», ha dichiarato Alain Berset, Segretario generale del Consiglio d’Europa. «Affronta di petto le urgenti minacce ecologiche odierne e sfrutta la forza della giustizia penale per difendere il pianeta. La Convenzione è uno dei pilastri della nostra nuova Strategia per l’ambiente. Insieme, rappresentano un passo avanti coraggioso, collegando l’azione ambientale ai diritti umani, alla democrazia e allo Stato di diritto».

Strategia a lungo termine in maniera ambientale

Nella Strategia a lungo termine in maniera ambientale, invece, sono stati individuati cinque obiettivi strategici finalizzati ad affrontare i cambiamenti climatici, l’inquinamento e la perdita della biodiversità, e migliorare l’attuazione delle convenzioni già adottate per proteggere gli ecosistemi, la fauna selvatica e il paesaggio, come la Convenzione di Berna e la Convenzione sul paesaggio.

Nella Strategia, costituita da un articolato piano operativo, per la prima volta i diritti umani diventano uno strumento per accelerare la protezione dell’ambiente e la lotta all’inquinamento. I punti essenziali sono: 

  • l’integrazione dei diritti umani nelle politiche ambientali (e viceversa); 
  • il rafforzamento della governance democratica in campo ambientale; 
  • il supporto e la tutela degli attivisti che hanno come fine la tutela ambientale e quella dei diritti umani, nonché dei whistleblowers; 
  • la prevenzione e la punizione nel caso di crimini ambientali; 
  • la protezione della fauna, degli ecosistemi, degli habitat e del paesaggio.

È una mossa storica perché si parla da anni di rendere l’ecocidio un reato riconosciuto a livello internazionale, come il genocidio, ma finora era rimasto più che altro un concetto “morale” o simbolico. Ora sta entrando nel diritto penale vero e proprio.

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