Referendum 8 e 9 giugno, le opposizioni contro l’invito del Governo all’astensionismo
Per il referendum abrogativo dell’8 e del 9 giugno i partiti di governo spingono all’astensionismo mentre le opposizione si uniscono in un fronte comune.

«Farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa». È questa la dichiarazione di Ignazio La Russa, presidente del Senato, rispetto al referendum dell’8 e del 9 giugno. Prima di lui Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, e dopo di lui esponenti dei partiti della Lega e di Fratelli d’Italia, in primis il ministro Lollobrigida secondo il quale «molti dei quesiti sembrano un Congresso del Pd più che un referendum».
Una vera e propria campagna per l’astensione e per fare in modo che più della metà degli elettori non vada a votare per il referendum abrogativo. Al di là dei quesiti proposti, fa molto pensare che importanti cariche dello Stato facciano pressione per sabotare il voto, ovvero una delle pratiche democratiche più importanti.
Il campo largo, orfani di Renzi e Calenda, si trova allineato con la Cgil e spinge a partecipare alla manifestazione della Cgil prevista per il 19 maggio in favore del voto. La loro posizione è chiara e si legge nella nota congiunta siglata dalla segretaria del Pd Elly Schlein, dal presidente M5s Giuseppe Conte e dai leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.
«La maggioranza di governo ha aperto una campagna che intossica il dibattito sui referendum dell’8 e 9 giugno. L’invito ad astenersi e rimanere a casa mina la salute della nostra democrazia, già pesantemente provata da politiche liberticide e repressive». Per i leader dell’opposizione, si tratta di una «sprezzante esortazione al disinteresse per le questioni pubbliche che incidono sulla vita quotidiana di tutti i cittadini».
L’alleanza di Elly Schlein con M5s e Avs è anche una risposta alla sfida interna allo stesso Pd. Tre quesiti smantellerebbero il Jobs act voluto da Matteo Renzi e i democratici che provengono da quella stagione politica non contribuiranno al raggiungimento del quorum per quei quesiti.
Rispetto, invece, alla poca informazione sui quesiti del referendum, l’Autorità di garanzia per le comunicazione, l’Agcom, ha adottato «un provvedimento di richiamo alla Rai e a tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici operanti in ambito nazionale, affinché garantiscano un’adeguata copertura informativa». In caso contrario scatteranno sanzioni. Non è la prima volta che un governo spinga all’astensione, è già successo a destra e a sinistra e non è mai stato di buon auspicio.
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