Sicilia e nuovi termovalorizzatori: ha senso bruciare i rifiuti?– INMR Sicilia #14
La gara per la progettazione dei due termovalorizzatori di Catania e Palermo, il nuovo piano antincendio, gli impianti eolici offshore e i report su ecomafia e adolescenza.

Fonti
#Termovalorizzatori
QdS – Termovalorizzatori in Sicilia, presto il progetto di fattibilità: ecco priorità, dati e obiettivi
EconomiaCircolare.com – Sull’inceneritore di Copenaghen i dati raccontano un’altra storia
Italia che Cambia – Termovalorizzatori in Sicilia: Rifiuti Zero fa ricorso al TAR
#Piano incendi
Meridionenews –Parte la campagna antincendio in Sicilia. Schifani: «Più squadre e più strumenti per il controllo del territorio»
#Eolico offshore
La Repubblica – Pale eoliche in mare, i colossi dell’energia puntano sulla Sicilia
#Report ecomafie e adolescenza
Legambiente – Ecomafia. In Italia 6.979 reati ambientali accertati dal 2015 al 2024 con legge ecoreati. I dati di Legambiente e Libera
I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia
#SCC
Italia che Cambia – Manicò: il progetto di cucina naturale itinerante di Federica e Andrea, chef a domicilio
Italia che Cambia – Alessandro Marfia: “Grazie alla permacultura la mia vita è cambiata in meglio”
Italia che Cambia – “Crescere in campagna”, una comunità educante per adulti e bambini
Trascrizione della puntata
Entro il 9 giugno si può partecipare alla gara indetta da Invitalia per la progettazione dei due termovalorizzatori che, nei piani della Regione Sicilia, sorgeranno a Catania e a Palermo. L’appalto vale poco più di 44 milioni e rientra nel maxi-investimento da 800 milioni del Governo Schifani per la gestione dei rifiuti in Sicilia.
I termovalorizzatori dovranno essere capaci di trattare 600mila tonnellate di rifiuti all’anno, un fabbisogno superiore rispetto alle esigenze dell’isola, “dovranno essere dotati delle più avanzate soluzioni tecnologiche ed impiantistiche, nel pieno rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e con la massima attenzione ai livelli di sicurezza”. Si legge così nei documenti di gara, come a voler dimostrare che l’attenzione alla salute e all’ambiente non verrà sottovalutata. Questo è uno dei temi al centro delle critiche di quanti ritengono pericolosa e obsoleta l’iniziativa del governo Schifani. Vi abbiamo parlato anche del ricorso avanzato da Associazione Rifiuti Zero rispetto a una serie di criticità evidenziate. Vi lascio l’articolo in Fonti
Dalla Regione viene richiesto anche di abbattere al minimo le concentrazioni di microinquinanti di tipo organico e inorganico, mentre per lo smaltimento delle scorie e delle ceneri pesanti prodotte dall’impianto è previsto che vengano trasferiti in una discarica per rifiuti inerti, e le ceneri volatili delle caldaie – dopo essere trattate – saranno trasferite in una discarica per rifiuti pericolosi. Tra i punti che accendono il dibattito sulla realizzazione dei termovalorizzatori c’è anche quello riguardante la provenienza delle materie che saranno introdotte nei due impianti e l’uso dei fondi pubblici per la realizzazione.
I termovalorizzatori passeranno al patrimonio della Regione che li darà in gestione per vent’anni ai privati. Questi ultimi verranno remunerati dalla Regione tenendo conto di una serie di fattori: dal costo di conferimento dei rifiuti in ingresso dei termovalorizzatori alla vendita dell’energia elettrica prodotta, fino alla vendita dei metalli recuperati.
Questo è il futuro della Sicilia, in giro per l’Europa gli esempi già esistenti raccontano un’altra storia. Ad esempio, l’impianto con pista da sci di Amager Bakke a Copenaghen è moderno e dotato di tecnologie all’avanguardia, ma condanna la Danimarca a importare rifiuti dall’estero per alimentarlo. Il governo ha fatto retromarcia e annunciato che entro il 2030 la capacità di incenerimento sarà ridotta del 30% e verrà bloccato l’import. Vi rimando all’articolo che trovate in Fonti per saperne di più sui costi di gestione, sul riciclo e tutto il resto. Siamo sicuri che in Sicilia i due termovalorizzatori risolveranno i problemi atavici sui rifiuti? Le linee guida europee tendono a scoraggiare il ricorso a termovalorizzatori. Per l’Unione europea gli impianti di trattamento con recupero energetico sono al penultimo posto nella gerarchia dei rifiuti dietro a strategie più virtuose come prevenzione, riuso e riciclo.
I termovalorizzatori si conciliano male con una strategia complessiva di riduzione dei rifiuti, per diversi motivi, sia tecnici che politici, e questa tensione è stata evidenziata anche dall’Unione Europea e da numerosi studi scientifici.
È partita giovedì 15 maggio la campagna antincendio della Regione Sicilia con un decreto apposito in cui viene annunciato un maggiore investimento in risorse e competenze per garantire una risposta più tempestiva ed efficace agli incendi. È stata rafforzata la collaborazione con tutte le forze in campo e predisposto una sala operativa unificata che coordinerà ogni intervento sul territorio. È stata ampliata la convenzione con i vigili del fuoco e quella con i carabinieri. I militari potranno usare droni in grado di operare anche in condizioni di forte scirocco, saranno utilizzate anche telecamere e termocamere. Sono state aumentate le squadre antincendio a Pantelleria, a protezione del Parco, e ad Agrigento, in considerazione del maggiore afflusso di turisti per l’anno della Capitale della cultura italiana.
Tra le novità annunciate, anche una nuova organizzazione dei direttori delle operazioni di spegnimento (Dos) che permetterà di garantire una copertura totale e continua del territorio.
L’assessora al Territorio e ambiente, Giusi Savarino, lancia un appello anche ai cittadini affinché siano parte attiva nel segnalare ogni principio di incendio e chi appicca fuochi. Si sa che il 98% dei fuochi è dovuto alla mano dell’uomo, non certo per autocombustione. Speriamo, perché oltre all’estate anche la paura di veder bruciare ettari di verde è dietro l’angolo.
Il piano dell’energia firmato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin prevede entro il 2030 l’installazione di campi eolici in mare per un totale di 900 megawatt di potenza. Dei 40 progetti già presentati, 27 si collocano in Sicilia e due impianti sono già nella fase più avanzata dell’iter di autorizzazione. I colossi dell’energia stanno puntando proprio sulla Sicilia. Il primo a 35 km dalla costa di Marsala, “7 Seas Med” è previsto per il 2028 e fornirà energia elettrica a 300 mila famiglie occupando per la costruzione mille persone.
L’altro è “MedWind”, il più grande campo eolico del Mediterraneo, inizialmente previsto a 30 chilometri dalle coste trapanesi e al largo delle isole Egadi. A seguito delle proteste degli isolani e dei pescatori contro il piano di Renexia del Gruppo Toto il progetto è stato modificato. Sarà distante oltre 80 chilometri da Trapani, 69 da Favignana, 47 da Marettimo e non sarà visibile a occhio nudo. Fornirà energia a 3,4 milioni di utenze, coprendo il 3% dell’intero fabbisogno energetico italiano e rispetto al progetto originale, grazie alle nuove turbine, le pale eoliche galleggianti occuperanno una superficie di 900 chilometri invece dei 2.500 previsti inizialmente. in questo caso il confronto fra investitori e territori sia stato in qualche modo costruttivo, si è ottenuto un risultato che penso accontenti un po’ tutti e di certo è utile a tutti
Lo studio di impatto ambientale è stato consegnato al Mase, dopo la Via, i due progetti dovranno ottenere l’Autorizzazione unica, il via libera ai lavori. Al momento solo il 20% dei progetti dei campi eolici su terra l’ha ottenuta e un solo impianto offshore, quello della stessa Renexia a Taranto. Servirà, dopo il recente accordo tra Schifani e Pichetto Fratin, anche il parere della Regione.
Da quando è stata approvata la legge 68/2015 che ha introdotto i delitti ambientali nel Codice penale, in Italia sono 6.979 i reati accertati da giugno 2015 a dicembre 2024. Il 40,5% di questi si concentra tra Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Legambiente e Libera in vista della conferenza nazionale ControEcomafie, organizzata a Roma per il 16 e 17 maggio, hanno pubblicato i nuovi dati. Tra i delitti più accertati è quello dell’inquinamento ambientale, segue il delitto di traffico illecito di rifiuti e quello per disastro ambientale. A seguire ci sono i delitti colposi contro l’ambiente, l’impedimento al controllo e l’omessa bonifica.
A livello nazionale, nella classifica delle regioni con più illeciti, la Sicilia è al quinto posto, sebbene sia la prima regione come valore economico dei sequestri effettuati, pari a 432,1 milioni di euro e la seconda come persone denunciate.
Restando in tema di classifiche e report, i dati che emergono dal Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza raccontanto di una Sicilia in cui la povertà educativa dei minori non sembra arretrare. La riassumo al massimo e solo rispetto ad alcuni punti. La percentuale di persone di minore età in povertà relativa è del 27,9%, superiore di 5 punti rispetto alla media nazionale. I bambini e i ragazzi di 6-17 anni che nel tempo libero hanno l’abitudine alla lettura di libri sono il 29%, una quota di gran lunga inferiore alla media nazionale e in diminuzione rispetto al precedente Rapporto.
La Sicilia è anche, tra tutte le regioni, quella con la percentuale più bassa di bambini che hanno l’abitudine di leggere libri. La percentuale di bambini e ragazzi di 3-17 anni che, nel tempo libero, praticano sport in modo continuo o saltuario è anche in questo caso di gran lunga inferiore alla media nazionale e con una tendenza in leggera diminuzione rispetto al precedente Rapporto. Da segnalare il dato relativo alla povertà educativa digitale: la percentuale di minori tra 6 e 17 anni che in Sicilia hanno almeno un PC/tablet e una connessione a internet è del 79,9%, inferiore di 10,6 punti rispetto alla media nazionale.
Dalla Sicilia che cambia questo mese arrivano storie legate alla terra, all’agricoltura, all’educazione, alla consapevolzza ambientale e alimentare. Partiamo da quest’ultima.
Federica e Andrea, due chef professionisti, hanno deciso di non lavorare nella cucina di un ristorante e hanno dato vita a un progetto che consente loro di avere un contatto diretto con le persone. È nata così Manicò cucina naturale itinerante che unisce il piacere del buon cibo con una maggiore consapevolezza alimentare e ambientale. Il cibo infatti non è solo quello che portiamo nelle nostre tavole. Scegliere con consapevolezza cosa mangiare vuol dire fare attenzione alla nostra salute, all’ambiente, ai diritti dei lavoratori, al benessere degli animali e molto altro.
Il filo conduttore resta la natura e la consapevolezza anche per le prossime due storie. La prima è quella di Alessandro Marfia autore di un libro appena pubblicato da Terra Nuova Edizioni, La tua vita in permacultura. Alessandro mi ha raccontato l’impatto più che positivo della permacultura nella sua vita. Non voglio dirvi nulla, leggete l’articolo e il libro per rendere la vostra vita migliore, che non vuol dire priva di difficoltà.
E restando in natura, vi porto tra Lentini e Carlentini per il progetto “Crescere in campagna”, un’associazione e una comunità educante fondata sui principi dell’outdoor education che genera benefici in vari ambiti, da quello relazionale a quello della salute, non solo ai bambini, anche gli adulti che sono parte attiva e integrante delle attività proposte dall’associazione, e crescono in consapevolezza anche loro. Inoltre, il loro impegno sta diventando un esempio virtuoso anche per le comunità vicine.
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