23 Dic 2021

Cosa sta succedendo (davvero) ad Auroville – #434

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Escavatori e ruspe in azione ad Auroville, scortati dalla polizia, che abbattono alberi e sgomberano persone per costruire una strada. Un allarme, una petizione che raccoglie in pochi giorni oltre 30mila firme. Cosa sta succedendo nella comunità intenzionale più famosa al mondo? Come spesso accade, la realtà è più complessa di come appare a prima vista.

Oggi parliamo di quello che sta succedendo ad Auroville, forse il più noto esperimento di comunità intenzionale al mondo. Ve ne ho già parlato in parte nella puntata di martedì, ma in maniera un po’ superficiale, ipersemplificata e con diversi errori. Quindi, faccio ammenda e provo a rimediare.  

Premessa importante: Auroville è una realtà complessa, e per comprendere a fondo questa storia sarebbe necessario essere lì e conoscere la storia e le dinamiche delle famiglie che la abitano. Per quel che mi riguarda, cercherò di stare alla larga da giudizi affrettati e mi limiterò a riportare quello che sta succedendo, per come sono stato in grado di ricostruirlo usando come fonti alcuni articoli di giornali stranieri e il contatto con persone che ci vivono o ci hanno vissuto. 

Ok, ma quindi cosa sta succedendo? Qualche settimana fa hanno iniziato ad arrivarmi notizie da colleghi di Italia che Cambia e altri conoscenti che mi informavano che Auroville era sotto attacco, che alcuni abitanti erano stati sfrattati di notte, e messi in stato di fermo dalla polizia, minacciati, che erano entrate le ruspe e gli scavatori mandati dal governo per abbattere gli alberi e costruire una strada. 

Quindi ho iniziato ad approfondire e ho scoperto che… le cose non stanno esattamente così. O perlomeno, che la situazione è un po’ – molto – più complessa. E che non si tratta semplicemente di un atto di forza ingiustificato verso gli abitanti di Auroville da parte del governo centrale indiano, ma di un conflitto più profondo, interno ad Auroville, in cui c’entra anche, almeno in parte, il governo indiano.

Partiamo con lo spiegare cos’è Auroville, perché non è detto che tutti lo conoscano. In due parole, anche se servirebbero due ore: è una comunità intenzionale, o una città sperimentale (chiamatela come preferite), che si trova nello stato di Tamil Nadu, in India, ed è stata fondata nel 1968.

L’obiettivo era quello di creare “Una città universale dove uomini e donne di tutte le nazioni possano vivere in pace e armonia, al di là di credi, convinzioni politiche e nazionalità diversi. Una città che realizzasse l’unità umana”. 

La fondatrice della città, nota come Madre, aveva pensato a una comunità di circa 50mila persone che potessero, con il loro percorso spirituale, fare una sorta di massa critica e influenzare il mondo. E sulla base di questa visione, è stato creato anche un piano urbanistico e di sviluppo della città, e che prevede un ospedale, varie strutture, servizi, suddivisi in quattro “spicchi”: culturale, residenziale, industriale e internazionale. A unire queste varie sezioni è stata prevista, con una decisione dell’assemblea degli abitanti di Auroville prima nel 1999, poi nel 2001, ratificata anche dal governo indiano nel 2010, la costruzione di una strada circolare, la Crown Road. Che però fin qui non è mai stata costruita.

Così come l’obiettivo di costruire una comunità di 50mila abitanti non è mai stato raggiunto: al momento vivono lì circa 3500 persone provenienti da una cinquantina di paesi, ma resta comunque uno degli scopi del progetto, al punto che fa parte del regolamento che ogni nuovo abitante . che prima di essere accettato dalla comunità fa un periodo di prova di un anno e mezzo – approva al momento di entrare.

C’è un motivo per cui vi sto dicendo tutte queste cose, abbiate fede e mettete da parte le informazioni. Devo aggiungere un ultimo tassello, importante. Prima del 1980, tutti i beni della città erano posseduti legalmente dalla Sri Aurobindo Society. Sri Auribindo era il pensatore e mistico indiano sulla cui visione era stata immaginata la comunità, nonché compagno spirituale di Madre, la fondatrice. 

Poi nel 1980, dopo la morte di Madre e in seguito a gravi conflitti fra gli abitanti del luogo e la Società, i residenti fecero appello a Indira Gandhi, allora Primo Ministro dell’India per un intervento. Così il governo indiano approvò l’Auroville Emergency Provision Act, in base al quale ha assunto la gestione della città. Per cui oggi il Governo partecipa all’amministrazione della città, attraverso la Auroville Foundation, che si occupa in particolare di verificare che le cose che succedono e le decisioni che sono prese non vadano in contrasto con le leggi indiane e che le decisioni comunitarie sullo sviluppo della città vengano poi messe in atto.

Veniamo ai giorni nostri. La Auroville Foundation ha da poco una nuova segretaria. Il vecchio segretario, Karan Singh, una persona molto saggia e pacata (mi dice una fonte che vissuto lì per due anni) è morto qualche mese fa e il governo indiano, quello centrale, ha nominato una nuova segretaria. Che ha un piglio meno pacato e più decisionista rispetto al suo predecessore – orse anche perché è espressione di un governo di destra piuttosto radicale, quello di Modi.

Una volta entrata in carica si è messa a vedere i vecchi verbali delle assemblee e ha scoperto il progetto di costruzione della strada, mai realizzato. E lo ha trasformato nella sua priorità.

Solo che nel frattempo, in questi vent’anni passati dalla sua approvazione ad oggi, lungo il percorso sono state fatte cose. Piantati alberi, costruite abitazioni. Ci sono alcune frazioni del terreno dove dovrebbe passare la strada che nemmeno appartengono alla Fondazione ma a privati esterni alla comunità, che non vogliono vendere. La zona in questione si è rilevata essere molto importante dal punto di vista ambientale. Insomma non è semplice. 

La nuova segretaria ha organizzato una grande passeggiata intorno, ad agosto, per fare sopralluogo, e sabato 4 dicembre ha mandato escavatori e trattori per buttare giù alberi e spianare il tracciato della nuova strada. In un punto particolare del tracciato, fra l’altro, era sorto nel frattempo lo Youth Center, dove i giovani avevano costruito alcune strutture, giochi, un forno per la pizza, organizzavano workshop e un mercatino. 

E quando è iniziato l’abbattimento degli alberi là attorno, subito c’è stato un tam tam fra i giovani e altri aurovilliani che sono accorsi e hanno protestato per questo gesto improvviso e non preannunciato. Così hanno bloccato questo lavoro, sedendosi davanti alle ruspe, portando i bambini a giocare, in maniera non violenta. 

E lì è nato questo conflitto, con la segretaria, appoggiata da una parte della comunità di Auroville, che vuole proseguire i lavori così come erano stati approvati, e un’altra parte della comunità che chiede invece a gran voce una revisione dei lavori alla luce delle nuove esigenze e delle novità emerse in questi 20 anni. E che chiede in altre parole, all’assemblea di ridecidere.

Il problema, che ha fatto alzare i toni dello scontro, è che per impedire che alcuni degli abitanti proseguissero la loro protesta, è stata chiamata prima la polizia (che storicamente aveva una presenza minima dentro ad Auroville), e che – riportano i protestanti – ha avuto atteggiamenti intimidatori, ha tenuto alcune persone bloccate in macchina, ha minacciato, e poi anche abitanti dei villaggi esterni, a fare una sorta di servizio di sicurezza.

Insomma, il livello dello scontro si è alzato molto, e la situazione rischia di degenerare e di compromettere il senso stesso dell’esperimento. Sicuramente ci sono delle colpe da parte della gestione della fondazione che ha fatto ricorso a strumenti violenti, cosa che è in totale disaccordo con lo spirito stesso della comunità. Al tempo stesso, chi vent’anni fa ha costruito edifici, boschi o lo Youth Center lungo il percorso della strada, lo ha fatto probabilmente anche con lo scopo di boicottare una decisione presa collettivamente. E quindi questa esplosione attuale ha le basi in un conflitto più antico e dai contorni meno netti.

Adesso la situazione è in una fase di stallo momentaneo. Gli aurovilliani protestanti hanno inizialmente lanciato un grido d’allarme al mondo, tirando su un sito internet in fretta e furia per pubblicare foto e video di quello che stava accadendo e hanno lanciato una petizione su Change.org che in pochi giorni ha raccolto 35mila firme. In parallelo hanno fatto ricorso al National Green Tribunal, che è un tribunale indiano che regola le controversie legate a tematiche ambientali, che il 10 dicembre ha emesso un ordine di sospensione dei lavori che poi è stato prolungato fino al 3 gennaio.

E così siamo oggi, con un conflitto latente da anni che si è slatentizzato e rischia di assumere contorni violenti. Ci sono due rischi, uno specifico e uno più generale: quello specifico è che la nuova segretaria della fondazione decida di attuare le stesse modalità per tutte le decisioni e i conflitti latenti della comunità. Quello generico è che ciò indebolisca, o persino mini alle fondamenta uno degli esperimenti più significativi e duraturi di convivenza intenzionale di esseri umani, che negli anni ha prodotto sperimentazioni incredibili nel campo dell’ecologia, della bioarchitettura, dei modelli di governance e dei metodi decisionali.

Articoli e fonti:

The Indian Express – Protests over development project puts Auroville management in spot
NDTV – At Auroville, “Model City For Unity”, Road Project Triggers Clash
Stand For Auroville Unity

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