Piano Sociale per il Clima, le proposte di undici organizzazioni su edilizia e trasporti
Undici organizzazioni hanno presentato proposte di miglioramento al Piano Sociale per il Clima.

Dal 29 maggio al 15 giugno si è svolta la terza fase della consultazione pubblica, proposta dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, su misure e investimenti da finanziare nell’ambito del Piano Sociale per il Clima. Il Piano è il documento che ciascun paese deve trasmettere alla Commissione entro il 30 giugno 2025 e in cui vanno presentate nel dettaglio le misure che si intendono realizzare con i proventi del Fondo Sociale per il Clima, lo strumento finanziario istituito dall’Unione Europea per sostenere una transizione giusta ed equa verso la neutralità climatica.
Undici organizzazioni e reti (Forum Disuguaglianze e Diversità, Legambiente, WWF, Transport & Environment, Caritas Italiana, Clean Cities Campaign, CNCA, Greenpeace, Kyoto Club, MIRA Network e Nuove Ri-Generazioni) hanno presentato un documento congiunto con osservazioni puntuali e proposte di miglioramento alle misure contenute nel Piano Sociale per il Clima.
Il Piano è uno strumento fondamentale per affrontare in modo congiunto la transizione ecologica e le sfide sociali, considerando anche l’impatto del nuovo sistema ETS2 – European Emission Trading System 2, introdotto dall’Unione Europea per ridurre le emissioni di CO2 nei settori degli edifici e del trasporto su strada. Le organizzazioni hanno evidenziato l’assenza di un’analisi di impatto sociale del sistema ETS2 sui soggetti vulnerabili, nonché la mancanza di una strategia complessiva e di coerenza tra le misure proposte. Queste lacune rischiano di compromettere l’efficacia del Piano e di minare il raggiungimento degli obiettivi climatici e sociali dichiarati.
Inoltre, le organizzazioni segnalano gravi mancanze nel processo partecipativo avviato in tempi ristretti e senza che sia stata data la possibilità di un confronto strutturato e approfondito. La consultazione è stata a ridosso delle scadenze comunitarie e ha ridotto così l’efficacia del coinvolgimento della società civile.
Le proposte delle organizzazioni si sono concentrate su alcune misure chiave nei settori dell’edilizia e dei trasporti. Si richiede, ad esempio, il rafforzamento delle misure di riqualificazione energetica degli edifici anche attraverso un innalzamento degli obiettivi minimi di efficienza. Un’altra importante misura su cui intervengono le organizzazioni è quella del TED (il tutor per l’energia domestica che dovrebbe aiutare le famiglie vulnerabili a gestire l’impatto dei costi energetici) che, nella formulazione attuale del Piano, ha un’impostazione eccessivamente tecnico-professionale.
Nel settore trasporti, invece, viene richiesta una revisione dei bonus per veicoli nuovi e usati, con maggiore attenzione verso i vulnerabili e alle caratteristiche territoriali e un rafforzamento della misura per il trasporto integrato attraverso un migliore coordinamento e una pianificazione efficace.
Le organizzazioni auspicano che la consultazione prosegua con un reale percorso di co-progettazione, volto a costruire politiche pubbliche strutturali e inclusive. Solo così sarà possibile garantire una transizione ecologica giusta, capace di ridurre le disuguaglianze e di proteggere le fasce più fragili della popolazione, altrimenti si rischia di perdere un’occasione importante.
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