Ultima Generazione: cosparsi di farina davanti al Ministero dell’Agricoltura per chiedere #ilgiustoprezzo per il cibo
Davanti al Ministero dell’Agricoltura, Ultima Generazione inscena una protesta con farina e slogan sul corpo per chiedere il taglio dell’IVA sui beni essenziali e lancia un boicottaggio dei supermercati da ottobre.

Farina, corpi dipinti e una forbice gigante di cartone: è con questa azione simbolica che sette attivisti di Ultima Generazione hanno protestato questa mattina davanti al Ministero dell’Agricoltura, in via XX Settembre, per chiedere il taglio dell’IVA su pane, latte, verdura e altri beni essenziali.
A torso nudo, con la scritta “Tagliamo l’IVA” dipinta sul corpo, gli attivisti si sono ricoperti di farina bianca per denunciare – spiegano – l’inerzia del governo Meloni di fronte all’aumento del costo della vita e all’aggravarsi della crisi climatica. “Il bianco rappresenta il vuoto delle promesse mancate”, affermano dal gruppo.
L’azione fa parte della campagna “Il Giusto Prezzo”, lanciata oggi da Ultima Generazione con un obiettivo chiaro: raccogliere almeno 100.000 adesioni entro l’11 ottobre per avviare un boicottaggio della grande distribuzione organizzata. I promotori chiedono l’eliminazione dell’IVA sui beni essenziali, finanziata con un prelievo sugli extraprofitti delle aziende responsabili della crisi climatica, come le multinazionali del fossile, l’agrobusiness e la GDO.
Ultima Generazione è un movimento di disobbedienza civile nonviolenta nato nel 2021 e parte del network internazionale A22, che riunisce attivisti per la giustizia climatica in diversi Paesi. Composto da cittadini e cittadine comuni, il gruppo si è fatto conoscere per le sue azioni dirette, spesso di forte impatto simbolico e mediatico, con l’obiettivo di denunciare l’inazione dei governi di fronte alla crisi climatica ed ecologica. Ultima Generazione rivendica interventi immediati e strutturali, come la fine dei sussidi ai combustibili fossili, investimenti per la transizione ecologica e – più recentemente – misure di giustizia economica, come il taglio dell’IVA sui beni essenziali. Le sue azioni, pur divisive nell’opinione pubblica, hanno riportato con forza il tema ambientale al centro del dibattito politico.
«Perché il cibo deve costare così tanto? Perché le tasse non le pagano le aziende che hanno distrutto il clima e l’agricoltura?», ha dichiarato Marco, 25 anni, tra gli attivisti portati in questura dopo l’intervento della polizia. La protesta si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazioni che denunciano il crollo del potere d’acquisto delle famiglie e l’assenza di politiche efficaci per affrontare la crisi climatica.
Secondo Ultima Generazione, il governo avrebbe “sabotato” il recente referendum (8-9 giugno) e si appresterebbe a rendere più difficile l’iniziativa popolare, portando a un milione il numero di firme necessarie per attivare i referendum. Di fronte a questo scenario, il movimento rilancia un’azione diretta: “Se non ci ascoltano nelle urne, ci faranno ascoltare nei supermercati vuoti”.
La proposta del movimento è concreta: zero IVA sui beni vitali, più tasse per chi ha guadagnato dalla crisi climatica, e politiche agricole sostenibili per proteggere i raccolti da siccità, alluvioni e grandinate. «Il cibo oggi costa troppo a chi lo compra e rende troppo poco a chi lo produce. Non è più sostenibile», spiegano i portavoce.
Se la proposta non verrà accolta dal governo, Ultima Generazione lancerà un boicottaggio che inizierà l’11 ottobre, in cui si invitano le persone – almeno 100mila, si legge nel comunicato – a disertare corridoi e scaffali delle grandi catene della GDO. Una strategia che punta a colpire mediaticamente ed economicamente la GDO, sulla scia di esperienze internazionali come quella della Croazia, dove la pressione popolare ha portato a un calmieramento dei prezzi.
L’azione di oggi è solo l’inizio: nei prossimi giorni sono previste diverse udienze e processi contro attivisti e attiviste del movimento, accusati per azioni di disobbedienza civile in tutta Italia, dal blocco del Colosseo all’imbrattamento del terminal jet privati a Malpensa.
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