Domenica si vota per i referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dai Radicali. Eppure quasi nessuno ne parla e ancora meno sembrano sapere di cosa si tratti realmente. E allora ecco una piccola guida per capire cosa si va a votare e provare a rendere un po’ più informato e democratico uno strumento, quello del referendum, che a differenza dei luoghi comuni non lo è poi così tanto.
Boris Johnson sembra essersi salvato, almeno per ore, alla ribellione interna al suo stesso partito dovuta al Party Gate, vincendo il voto di sfiducia. Tuttavia la sua leadership traballa e il futuro del governo inglese è più che mai incerto. Intanto sembrano essersi sbloccate le trattative fra Russia, Ucraina e Turchia per la creazione di un corridoio del grano, mentre l’Ue è sul punto di approvare una direttiva sul salario minimo. Salario minimo che in Germania è appena stato alzato del 30%. Commentiamo anche l’iniziativa sempre tedesca dei biglietti per il trasporto pubblico illimitato a 9 euro al mese.
Joe Biden è in Asia per costruire un asse anti cinese e si è lasciato sfuggire una dichiarazione su Taiwan che ha lasciato tutti di stucco. Intanto il costo del grano continua a salire, non solo per via della guerra ma anche per la speculazione finanziaria. In Australia si sta formando un governo che potrebbe portare interessanti novità sul clima. Ah, c’è un nuovo capitolo dell’appassionante saga della tassonomia verde europea.
In Irlanda del Nord, due settimane fa, ha vinto per la prima volta un partito nazionalista, che vuole l’unificazione delle due irlande: Sinn Fein. Lo stesso Sinn Fein è anche il primo partito in Irlanda. Cosa può significare questo? La riunificazione dell’Irlanda è alle porte? E quali ostacoli ha davanti a sé?
NUOVO AGGIORNAMENTO – Dopo il nostro ricorso YouTube ha reso pubblica la puntata!
AGGIORNAMENTO: come potrete notare, YouTube ha censurato il video della rassegna di oggi, che non è quindi disponibile. Vi invitiamo quindi a guardare la puntata su Facebook, ascoltare il podcast o leggere il testo qui sotto.
L’ultima puntata di Report dipinge un ritratto impietoso del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, e del governo in generale. Vediamolo. Parliamo anche di RePower Eu, la strategia europea per affrancarsi dal gas e petrolio russo in 5 anni.
Macron ha una proposta per l’Europa che rispolvera una vecchia idea di Mitterrand: creare un’Unione fatta di due cerchi concentrici. Intanto nelle Filippine è stato eletto il nuovo presidente, ed è il figlio dell’ex dittatore Marcos. Nel vicino Sri Lanka, invece, non si placano le proteste. In tutto il mondo si festeggiano i 50 anni di un libro profetico, i Limiti della crescita, con gli scienziati del clima che avvertono: abbiamo quasi raggiunto gli 1,5° di riscaldamento globale.
La Russia interrompe le forniture di gas a Polonia e Bulgaria, mentre una cinquantina di aziende italiane di calzature sono a Mosca a partecipare a una fiera di settore. Intanto la guerra rischia di spostarsi anche in Transnistria, mentre sentiamo parlare anche delle Isole Matsu. E a Shanghai il lockdown sta diventando una roba alla Black Mirror.
La Cina che sigla un accordo sulla sicurezza delle Isole Salomone, estendendo la sua sfera di influenza, Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite che vola a Mosca per trattare con Putin e Lavrov, le proteste che continuano, in Italia, per la nuova base militare che dovrebbe sorgere in un parco naturale in provincia di Pisa e infine il Quebec che vieta, primo paese al mondo, nuove esplorazioni alla ricerca di petrolio e gas e chiudere i siti di trivellazione esistenti entro tre anni.
Macron è confermato Presidente francese per altri cinque anni, ma i giornali parlano di vittoria a metà, scopriamo come mai. Si è votato anche in Slovenia, e ha vinto un partito nuovo con una forte impronta progressista ed ecologista. In Toscana c’è stata una manifestazione contro la nuova base militare nel parco naturale di San Rossore e Massaciuccoli. E intanto Elon Musk sembra essere riuscito ad acquistare Twitter.
Taiwan. Lo avevamo preannunciato, e allora parliamone. La Cina sembra più convinta che mai a reintegrare la “provincia ribelle” mentre gli Usa garantiscono all’isola tutto il supporto necessario e promettono una risposta internazionale in caso di attacco cinese. La situazione di Taiwan è un’altra di quelle da tenere d’occhio, perché, così come l’Ucraina, è uno di quei potenziali detonatori di crisi su più vasta scala, e alcuni ritengono che questa situazione così instabile possa essere un ulteriore fattore di rischio.
Facciamo qualche ulteriore riflessione sulle presidenziali francesi a mente fredda, aiutati dal collega Benoit Christal. Parliamo anche dello strano referendum messicano, indetto dal Presidente su se stesso, dello scontro fra Russia e Nato, di quello che combina Elon Musk e della teoria dell’evoluzione che forse va parzialmente riscritta.
Presidenziali francesi: Macron e Le Pen vanno al ballottaggio per eleggere il prossimo o la prossima presidente francese. Ma queste elezioni ci dicono anche altro. Intanto il conflitto in Ucraina cambia volto, mentre la Cina decide di aumentare il proprio arsenale nucleare. E in Italia il Decreto economia e finanza da poco approvato rivede al ribasso le strategie di crescita, mentre continua a tenere banco la questione del gas.
Impazza il toto Presidente della Repubblica e allora affrontiamo l’argomento, vedendo come funziona l’elezione, quali sono i candidati più chiacchierati e quali gli scenari possibili. Parliamo anche della città di Londra che sconsiglia ai cittadini di fare attività fisica per i livelli troppo alti di inquinamento.
In Cile viene eletto Gabriel Boric, il presidente più giovane – e più di sinistra – della storia del paese, con il record di voti. A Hong Kong, invece, le “farsesche” elezioni dei “soli patrioti” hanno dato come risultato la scontata vittoria della candidata pro-Pechino. Intanto Auroville, la storica comunità intenzionale indiana, è sotto attacco, mentre à già finito nel dimenticatoio il tragico rogo nel campo rom del foggiano in cui hanno perso la vita un bambino e una bambina.
La Germania ha un accordo per il nuovo governo, formato da una coalizione “semaforo” (rosso-verde-gialla) fra socialdemocratici, verdi e liberali. Intanto il parlamento europeo approva la nuova Politica agricola comune (Pac), fra mille polemiche, mentre in Cina a sorpresa calano le emissioni di CO2. E l’Africa trema, fra disastri climatici, attentati e venti di guerra civile.
Parliamo di elezioni. Quelle in Cile – soprattutto – e quelle in Venezuela. Due paesi simbolo, in modi diversi del passato recente e del prossimo futuro di modelli economico-democratici. Elezioni sorprendenti, assurde sotto alcuni aspetti, che ci dicono molto sui due paesi e sul mondo che stiamo vivendo.
Elezioni presidenziali, elezioni regionali, crisi politiche. Oggi parliamo di politica, di politica elettiva, facendo un giro del mondo e vedendo come sono andate o stanno andando le molte tornate elettorali di questi giorni, dall’Etiopia all’Iran, alla Francia, passando dalla crisi politica di Bolsonaro che potrebbe aprire la strada al ritorno di Lula in Brasile. Sullo sfondo, una democrazia elettiva sempre più stropicciata e malconcia, che vede nell’astensione – ovunque altissima – uno dei sintomi della sua malattia.