Abbonati. Sostieni l'informazione indipendente


Cose da sapere

Articoli fondamentali per comprendere problemi e soluzioni dell'Italia (e del mondo) che Cambia, cose importanti, cose da sapere.

I temi che trattiamo
In evidenza
Ambiente

Ambiente

Podcast

La redazione affronta e sviscera problemi e soluzioni del mondo contemporaneo, cercando di comprendere e interpretare la realtà in modo onesto e approfondito.

Ascolta
In evidenza
Soluscions

Soluscions

Ispirazioni

Storie, esempi, riflessioni stimolanti e replicabili per cambiare la propria vita e il mondo, per realizzare i propri sognie e apprezzare frammenti concreti di Italia che Cambia.

Leggi
In evidenza
Calabria sarai Tu

Calabria sarai Tu

Guide al cambiamento

Vuoi sapere tutto, ma proprio tutto su un determinato tema? Con le nostre guide al cambiamento puoi farlo scegliendo quanto e quando approfondire.

Leggi
In evidenza
Animali come noi: guida al benessere animale

Animali come noi: guida al benessere animale

Focus

Inchieste, reportage, approfondimenti verticali che - tra articoli, video, podcast e libri - ci aiutano a mettere a "focus" la realtà.

Leggi
In evidenza
Guerre nel mondo

Guerre nel mondo

La guerra è una guerra, è UNA guerra, è una guerra

Territori

Il giornalismo, quello vero, si fa consumandosi le suole delle scarpe per andare nei territori e toccare con mano problemi e soluzioni.

I portali territoriali
In evidenza

Sicilia


Gli strumenti del cambiamento

Bacheca cerco/offro

Per mettere insieme la domanda e l'offerta di cambiamento e costruire insieme il mondo che sogniamo.

Mappa delle realtà del cambiamento

Scopri le realtà incontrate durante i viaggi o segnalate dalla community ritenute etiche e in linea con la nostra visione.


Scopri italia che cambia
30 Maggio 2025
Podcast / Io non mi rassegno

Maltrattare un animale? Ora si rischia davvero il carcere. Passa la nuova legge – 30/5/2025

In Italia arriva la legge più severa sui maltrattamenti sugli animali, Israele espande le colonie in Cisgiordania, Musk lascia il governo USA mentre i dazi di Trump vengono bocciati.

Autore: Andrea Degl'Innocenti
Cover Rassegna Home 1130 x 752 px 35

Questo episodio é disponibile anche su Youtube

Guardalo ora

Il Senato ha approvato in via definitiva la cosiddetta legge Brambilla contro i maltrattamenti sugli animali, che introduce pene più severe e riconosce finalmente, anche dal punto di vista normativo, che gli animali non sono oggetti, ma «esseri senzienti», capaci di provare emozioni e dolore.

Con questa legge – già approvata dalla Camera a novembre – i reati più gravi, come gli atti di sadismo, le violenze prolungate o l’organizzazione di combattimenti tra animali, potranno essere puniti con pene fino a 4 anni di carcere. E questo significa, di fatto, carcere vero, perché la soglia supera i 3 anni, sopra la quale le pene non possono più essere automaticamente convertite in sanzioni alternative. Sono previste anche aggravanti se i reati sono commessi in presenza di minori, su più animali o se i contenuti vengono diffusi online, e multe da 5 a 60 mila euro.

Cambia anche il titolo del codice penale dedicato a questi reati: non più “delitti contro il sentimento dell’uomo verso gli animali”, ma semplicemente “delitti contro gli animali”, che è un aspetti importante perché si sposta finalmente l’attenzione dalla sensibilità umana alla soggettività degli animali stessi. Quindi la legge riconosci le altre specie animali come soggetti giuridici.

La legge prevede anche misure importanti come il divieto su tutto il territorio nazionale di tenere i cani alla catena, significa che non sarà più possibile legare i cani in modo permanente o prolungato con catene o corde, in nessun contesto e in nessuna regione d’Italia. E viene anche data la possibilità per le associazioni di prendere in custodia, con cauzione, gli animali sequestrati, evitando così che restino affidati a chi li ha maltrattati.

Il testo è passato in Senato senza modifiche per evitare un ulteriore passaggio alla Camera, rinviando ad altri provvedimenti eventuali aggiunte come il cosiddetto “Daspo cinofilo” proposto dalla Lega, ovvero il divieto di possedere o detenere animali, in particolare cani, per chi ha precedenti legati a maltrattamenti. 

A favore ha votato la maggioranza, mentre Pd, M5S e AVS si sono astenuti, criticando però lo “svuotamento” del testo originario avvenuto alla Camera. Perché in effetti il testo originario era ancora più ambizioso, e nel passaggio alla Camera, la legge è stata indebolita su diversi punti: è stata eliminata l’introduzione dei reati colposi, che avrebbero punito anche chi maltratta o uccide animali per negligenza; è stato mantenuto l’articolo 727 del codice penale sull’abbandono con sole sanzioni pecuniarie, anziché farlo rientrare tra i reati gravi di maltrattamento; infine, sono state stralciate le norme che prevedevano la punibilità per colpa dei medici veterinari. Questi tagli hanno portato molte associazioni e gruppi politici a parlare di “occasione perduta”.

Vi leggo il commento congiunto di WWF Italia e Legambiente: ““A dieci anni dall’approvazione della legge sugli ecoreati che prevede i delitti ambientali nel Codice penale, ora arriva un altro importante passo di civiltà, grazie all’approvazione definitiva del DDL sui i reati contro gli animali.  Finalmente, nel rispetto dell’articolo 9 della Costituzione, la legge riconosce gli animali quali vittime dirette dei reati e vengono inasprite le pene contro l’uccisione e il maltrattamento, gli spettacoli e le competizioni non autorizzate tra animali, anche con nuove procedure, in tema di sequestro e confisca. Un passo in avanti significativo che auspichiamo venga rafforzato dalla giurisprudenza”. Più cauta la Lega anti vivisezione (LAV) che parla di pene ancora insufficienti a garantire una reale deterrenza.

Insomma, c’è una discreta soddisfazione per quello che è a tutti gli effetti un grosso passo in avanti. Al tempo stesso, e senza nulla togliere a questa iniziativa, devo dire che stride ancora di più il fatto che la stessa maggioranza abbia partorito proprio in questi giorni un ddl (che ancora andrà discusso, quindi c’è margine per modificarlo, ma il punto di partenza p davvero tremendo) che liberalizza la caccia in una maniera che non si vedeva da almeno 30 anni.

Insomma, il nostro rapporto con le altre specie animali continua a essere molto controverso. Riconosciamo loro sulla carta dei diritti, ma solo ad alcuni, per quelli più carini, mentre non ci preoccupiamo troppo ad esempio delle condizioni atroci in cui vivono molte specie animali all’interno degli allevamenti intensivi, o non ci preoccupiamo di liberalizzare la caccia anche durante la nidificazione, praticamente ovunque. 

Poi, ogni passo in avanti è comunque un passo in avanti eh, e ogni viaggio inizia con un primo passo e sulla tutela dei diritti degli altri animali di passi se ne sono fatti tanti. Per cui guardiamo il bicchiere mezzo pieno, senza scordarci però di tutte le altre cose che ancora dobbiamo fare. 

Il prossimo fine settimana si vota a Domani esce la nuova puntata di INMR+ dedicata proprio ai referendum su lavoro e cittadinanza. Perché come al solito, su questioni molto politicizzate e spesso un po’ ideologiche, ha senso farsi domande e cercare risposte vere, analizzare le conseguenze delle possibili modifiche e capire quali sono le domande giuste da farsi. 

Nella puntata prima io cerco di ricostruire i vari quesiti, cosa significano, cosa cambia se passano e poi c’è una parte in cui dialogo con un ospite. Vi faccio sentire solo un piccolo estratto di questa chiacchierata molto interessante e stimolante con Fabrizio Cotza, fondatore degli imprenditori sovversivi. 

Negli Stati Uniti ieri sono arrivate due notizie importanti, che scombinano un po’ i piano dell’Amministrazione Trump: Elon Musk ha lasciato il suo incarico nell’amministrazione Trump, dopo comunque già diverse settimane di raffreddamento dei rapporti, e un tribunale federale ha bloccato alcuni dazi voluti dallo stesso Trump.

Partiamo da quest’ultima vicenda che sicuramente è la cosa più grossa. Immagino abbiate sentito parlare giusto 2-3 volte di dazi negli ultimi mesi no? In pratica una delle prime cose che Donald Trump ha fatto una volta insediatosi alla Casa Bianca è stata imporre dazi a un sacco di paesi del mondo, tutti i paesi del mondo, anzi più paesi di quanti ne esistano al mondo secondo le sue dichiarazioni, incluse isolette dove vivono solo pinguini. 

Trump ha iniziato a usare i dazi come arma commerciale ma anche come leva per forzare accordi e ottenere benefici economici, politici o commerciali dagli altri paesi, mandando i mercati nel pallone, mandando in crisi aziende e intere reparti, sia negli Usa che all’estero e causando una valanga di conseguenze imprevedibili.

Ieri però un tribunale federale per il commercio internazionale ha giudicato illegittimi alcuni dazi imposti dall’amministrazione Trump. Alcuni, ma alcuni tanti, quasi tutti. Quelli che l’amministrazione del presidente Donald Trump ha imposto ricorrendo all’International Emergency Economic Powers Act, una legge del 1977 che regola l’imposizione di sanzioni ed embarghi in situazioni di emergenza, e ne ha ordinato la sospensione. 

Secondo i giudici infatti il ricorso alla legge non era legittimo. Adesso l’amministrazione Usa ha 10 giorni di tempo all’amministrazione per rimuovere i dazi, ma la Casa Bianca ha già presentato un ricorso.

E in mezzo a questo caos, è arrivata anche la notizia, anzi l’annuncio di Elon Musk. Che ha annunciato che a partire dal 30 maggio lascerà il suo incarico di capo del DOGE, il Dipartimento per l’efficienza del governo degli Stati Uniti, un ruolo creato appositamente per lui dal presidente Donald Trump. 

L’idea alla base del dipartimento era quella di “rivoluzionare” la macchina statale con tagli radicali, ma nei fatti il suo operato sembra aver prodotto più caos che risultati: licenziamenti indiscriminati, gente licenziata e poi richiamata, altra licenziata per sbaglio e poi nemmeno richiamata, perché nel frattempo anche la loro mail era stata cancellata e nessuno sapeva come ricontattarli, provvedimenti spesso bloccati dai giudici. L’unico effetto veramente tangibile dell’operato di Musk è stato lo smantellamento dell’agenzia per gli aiuti internazionali USAID.

Racconta Domani che “Formalmente Musk era un “impiegato speciale del governo”, un ruolo che gli consentiva di evitare i controlli finanziari e i conflitti di interesse previsti per i funzionari pubblici, ma che può essere ricoperto per soli 130 giorni l’anno”. L’amministrazione aveva cercato una scappatoia per prolungarne la permanenza, ma ha poi rinunciato.

Però secondo molti analisti sono altri i motivi dell’allontanamento. Sempre sul Post leggo che “È un allontanamento dovuto sia alla volontà di dedicarsi maggiormente alle sue aziende, che per via del suo coinvolgimento in politica avevano avuto un grosso danno di reputazione, sia per diversi contrasti avuti con vari membri dell’amministrazione Trump” 

Quindi ecco, queste 3 motivazioni. Di base in molti avevano espresso fin dall’inizio dei dubbi sul fatto che due personalità così forti, egocentriche e megalomani potessero riuscire a collaborare fruttuosamente.

Ieri in tarda serata è arrivata la notizia di una possibile tregua di 60 giorni, sullabase di un piano Usa che sarebbe stato accettato dal governo israeliano e che sarebbe in fase di valutazione da parte di Hamas. 

Non ne sappiamo ancora moltissimo, per cui magari ne riparliamo martedì. Ma sempre ieri, qualche ora prima, il governo israeliano aveva approvato la costruzione di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania e ha legalizzato diverse colonie già esistenti. La Cisgiordania è un territorio palestinese occupato ilegalmente da Israele dal 1967, dove sono sorte via via sempre più insediamenti illegali israeliani. Che adesso si ampliano ulteriormente. La Cisgiordania occupata è anche probabilemnte il maggior ostacolo alla famosa soluzione a due stati, che è nei fatti impraticabile proprio per via dei coloni israeliuani presenti in quello che dovrebbe essere lo stato palestinese.

La decisione è stata annunciata dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, figura chiave dell’estrema destra israeliana, che ha definito la misura una “decisione generazionale” e un “profondo cambiamento strategico”, celebrandola come un “grande giorno per gli insediamenti”.

Il provvedimento rientra in una più ampia strategia di consolidamento del controllo israeliano sulla Cisgiordania, che il governo israeliano continua a chiamare con i nomi biblici di Giudea e Samaria. Smotrich ha parlato apertamente di un ritorno “alla costruzione, al sionismo e alla visione”, e ha aggiunto che “il prossimo passo è la sovranità”, lasciando intendere la volontà di procedere verso una possibile annessione del territorio.

Anche il ministro della Difesa Israel Katz ha appoggiato la decisione, definendola una risposta al terrorismo palestinese e un rafforzamento del controllo sul territorio.

Ormai la politica israeliana sembra essere completamente sganciata dalla realtà. E non solo la politica israeliana, mi hanno colpito molto le immagini di civili israeliani che fanno le barricate davanti al valico di Rafah per impedire l’ingresso degli aiuti. Abbiamo parlato più volte di come per fortuna sempre più persone anche dentro Israele si stiano ribellando al massacro in corso, di come sempre più intellettuali ebrei facciano sentire la loro voce. Resta il fatto che stando agli ultimi sondaggi riportati dal quotidiano Haaretz gli israeliani approvano all’82% la deportazione dei Palestinesi da Gaza e al 47% lo sterminio dei palestinesi. 

Quando questa follia prima o poi finirà, dovremo fare dei ragionamenti seri su come una popolazione vittima del più tragico e grave sterminio della storia moderna, gli ebrei appunto, sia finita per ripetere qualcosa di simile. Dico davvero: credo che ci sia tanto da imparare da questa vicenda per il futuro. Ma lo faremo quando saremo riusciti a fermare questo orrore.

Audio disponibile nel video / podcast

Segnala una notizia

Segnalaci una notizia interessante per Io non mi rassegno.
Valuteremo il suo inserimento all'interno di un prossimo episodio.

Commenta l'articolo

Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi

Registrati

Sei già registrato?

Accedi

Ultime news

Associazione OIA'Daniela BartoliniFrancesco BevilacquaLodovico BevilacquaFilippo BozottiSara BrughittaCecilia CamisassaCinzia CatalfamoPaolo CigniniFabrizio CorgnatiSalvina Elisa CutuliValentina D'AmoraEleonora D'OrazioAndrea Degl'InnocentiLisa FerreliFilòAngela GiannandreaChiara GrassoIndipEzio MaistoSelena MeliFulvio MesolellaPaolo PiacentiniSusanna PiccinElena RasiaAlessia RotoloEmanuela SabidussiMarta SerraDaniel TarozziValentina TibaldiPaolo TiozzoBenedetta TorselloLaura TussiRoberto ViettiLaura Zunica

Italia che Cambia

L’informazione ecologica dal 2004

Italia che Cambia è il giornale web che racconta di ambiente, transizione energetica e innovazione sociale in Italia. Raccontiamo storie che ispirano e spieghiamo i problemi con approccio costruttivo. Offriamo strumenti concreti per chiunque voglia essere parte attiva di questa trasformazione. È il punto di riferimento per chi cerca esempi di sostenibilità, etica imprenditoriale e iniziative civiche che dimostrano che un altro mondo non solo è possibile, ma è già in costruzione.

Abbonati Registrati
Associazione OIA'Daniela BartoliniFrancesco BevilacquaLodovico BevilacquaFilippo BozottiSara BrughittaCecilia CamisassaCinzia CatalfamoPaolo CigniniFabrizio CorgnatiSalvina Elisa CutuliValentina D'AmoraEleonora D'OrazioAndrea Degl'InnocentiLisa FerreliFilòAngela GiannandreaChiara GrassoIndipEzio MaistoSelena MeliFulvio MesolellaPaolo PiacentiniSusanna PiccinElena RasiaAlessia RotoloEmanuela SabidussiMarta SerraDaniel TarozziValentina TibaldiPaolo TiozzoBenedetta TorselloLaura TussiRoberto ViettiLaura Zunica