20 Nov 2024

Tanta acqua non toglie la sete, ponte sullo Stretto, vaccini Covid-19 – INMR Sicilia #8

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Ottava puntata di Io Non Mi Rassegno Sicilia. Vi raccontiamo dell’alluvione che ha colpito la costa ionica della Sicilia la scorsa settimana e della siccità che non accenna ad arrestarsi. Ritorniamo nell’area del polo petrolchimico di Siracusa, vi parleremo delle novità del progetto Ponte sullo Stretto di Messina e dei vaccini contro il Covid-19, e poi ancora dello stato delle città siciliane secondo il rapporto di Legambiente Ecosistema Urbano 2024 e della scoperta degli ultimi squali bianchi del Mediterraneo intorno le coste siciliane. In chiusura alcuni degli articoli pubblicati su Sicilia che Cambia nell’ultimo mese.


Il copione sembra essere lo stesso dappertutto ormai. Prima l’Emilia Romagna, poi la Spagna, adesso la Sicilia. Mercoledì 13 novembre piogge torrenziali hanno messo la Sicilia in ginocchio con accumuli straordinari e situazioni critiche sulla parte orientale dell’isola tra Messina e Catania. Sui social impazzano i commenti dei tuttologi: c’è chi dà la colpa ai tombini, chi alla geoingegneria, chi sostiene che “in questa stagione sono normali le piogge”.

Se in parte qualche spiegazione può essere anche corretta, la sensazione è che si faccia ancora molta fatica a comprendere che i quantitativi di pioggia caduti in Sicilia, ma anche in Spagna e in Emilia Romagna, in poche ore o giorni, solitamente cadono in un solo anno e non sono più episodi isolati e sporadici. C’è di mezzo purtroppo il cambiamento climatico. Tanti gli incidenti e le richieste di soccorso nelle varie province, qualche crollo in alcune scuole di Catania, case allagate e automobilisti in trappola, numerosi torrenti esondati tra case e costruzioni tirati su proprio dove non dovevano stare, ma per fortuna nessuna vittima. Una situazione critica che non ha avuto la giusta eco mediatica al livello nazionale. E se una parte della Sicilia è stata letteralmente inondata dalle piogge, un’altra parte fa ancora i conti con la siccità.

Abbiamo chiesto a Luigi Pasotti, agronomo specializzato in Agrometeorologia e dirigente dell’Unità Operativa di Catania del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS), un commento a caldo su quanto accaduto in questi giorni e sulla situazione generale in Sicilia.

Torniamo nei territori di Augusta, Melilli e Priolo perché il Tribunale del Riesame di Roma ha stabilito il divieto di prosecuzione dell’attività di conferimento al depuratore di Priolo Gargallo da parte delle industrie locali. Un duro colpo per il ministro Urso, uno degli autori del Decreto Salva Isab, che a giugno scorso la Consulta ha dichiarato incostituzionale, che consentiva alle imprese di continuare a trasferire gli scarti industriali nonostante le irregolarità. Naturalmente con lo stop al depuratore si compromettono le operazioni di Isab, Versalis, Sonatrach e Sasol e quindi il lavoro di circa 3.000 lavoratori. 

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e Regione Siciliana ha convocato per giovedì 21 novembre a Palazzo Piacentini un tavolo con tutte le forze produttive e sindacali del territorio e gli enti locali sul futuro dell’area industriale di Priolo Gargallo. Anche il ministro Urso, come i suoi colleghi, nel commentare la decisione del Tribunale di Roma ha manifestato una sindrome persecutoria dichiarando: “Per colpire il governo colpiscono il Paese”.

Perché se i giudici fanno rispettare le leggi sono considerati da chi governa degli oppositori o delle toghe rosse? Non sarebbe più giusto e responsabile ammettere di aver sbagliato o di non aver trovato la soluzione più adatta? La speranza è che questa occasione possa essere quella giusta per avviare una riconversione di un territorio maltrattato nel rispetto del diritto alla vita e al lavoro. 

Maurizio Federico, direttore del Centro nazionale per la salute globale dell’Istituto Superiore della Sanità ha appena pubblicato su MDPI, Multidisciplinary Digital Publishing Institute, uno studio finanziato dal Ministero della Salute che evidenzia gli svantaggi immunologici dei vaccini a mRna anti Covid. Sembra davvero paradossale che lo stesso Istituto li ha imposti negli anni scorsi e adesso produca lo studio e ne dichiari l’inefficacia e addirittura le conseguenze. Tra le conclusioni dello studio si legge anche che le elevate quantità dell’antigene Spike prodotte da questi vaccini possono influenzare sfavorevolmente il sistema immunitario, il
destino di tumori ancora “dormienti”, di patologie autoimmuni preesistenti e infiammazioni croniche.

Si contano ancora sulle dita di una mano i nessi di causalità riconosciuti tra la somministrazione del vaccino anti-Covid 19 e i danni e/o le morti registrate. Ad Agrigento, per la seconda volta in Sicilia – ve ne abbiamo parlato a febbraio scorso – la morte di un 35enne nell’aprile 2021 è stata riconosciuta come conseguenza della somministrazione della prima dose del siero Astrazeneca. La famiglia del giovane defunto ha ricevuto un indennizzo di 100 mila euro. Per l’avvocato che ha seguito tutto l’iter è un riconoscimento che apre la strada per i tanti danneggiati che non riescono ad avere una diagnosi certa e per questo sono costretti a continue visite specialistiche a loro spese. 

Purtroppo è quasi impossibile dare un numero reale e non falsato di coloro che, a causa della somministrazione del vaccino Covid, hanno riportato e continuano a riportare effetti avversi importanti, ma l’importante è sapere che esiste una legge a cui si può fare riferimento. Si tratta della legge 210 del 1992 che riguarda “soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di sangue e somministrazioni di emoderivati”. 

Il progetto del ponte sullo Stretto è stato approvato dalla commissione per la valutazione di impatto ambientale, che da questo momento chiameremo VIA, ovvero l’organo indipendente che esamina tutti i grossi progetti di infrastrutture presentati in Italia. La commissione l’ha approvato con una serie di modifiche da integrare al progetto esecutivo prima dell’inizio dei cantieri. 

Già lo scorso aprile la commissione VIA aveva chiesto alla società Stretto di Messina, che gestisce il progetto del ponte sullo Stretto, di integrarlo con un’analisi più dettagliata relativa ai costi, ai benefici dell’opera, del suo impatto ambientale, della preparazione dei cantieri e dei rischi relativi a maremoti e inondazioni. In totale erano state presentate circa 280 osservazioni. Pare che negli ultimi mesi la società abbia risposto a tutte le osservazioni ma evidentemente non a sufficienza. 

In tutto questo tira e molla allo stato attuale dunque mancherebbe un’ultima autorizzazione, quella del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, attesa entro il 31 dicembre.

Il WWF Italia sarebbe pronto a rivolgersi all’Unione europea e i temi per un reclamo comunitario sarebbero tre: l’assegnazione dell’opera senza gara di appalto avvenuta grazie ad una sottostima dei costi, la violazione delle direttive Habitat e Uccelli e quindi delle normative su Rete Natura 2000, la mancata applicazione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Ci soffermiamo su quest’ultimo punto. Il Progetto Ponte riguarda due Regioni, cinque Province e ventinove Comuni diversamente coinvolti. Non è un’opera, ma un insieme di opere e non a caso i proponenti parlano di “sistema Ponte”, un sistema che tra l’altro deroga i piani paesaggistici delle Regioni e quelli regolatori dei Comuni.

Secondo il WWF la procedura che si sarebbe dovuta seguire prima della VIA era quella VAS che è stata volutamente evitata perché avrebbe imposto un sistema di obiettivi di sostenibilità ulteriori. Oltre alla via comunitaria, il WWF Italia è gia al lavoro per valutare anche un contenzioso amministrativo dopo i necessari approfondimenti e un esposto penale poiché non può essere solo un caso che ci siano così tanti elementi e dati sottostimati.

Sulle pagine di Italia che Cambia trovate tanti articoli in merito, continueremo a farlo aggiornandovi costantemente su questa impresa titanica che sembra ormai essere una presa di posizione da parte del Governo Melone totalmente cieco alle reali infrastrutture necessarie allo sviluppo di questa regione.

Come stanno le città siciliane? Vi dico subito che per trovare il capoluogo italiano con le peggiori performance ambientali bisogna andare a Catania. Il centro etneo infatti è alla 106esima posizione su 106 nella classifica stilata da Legambiente nel rapporto Ecosistema Urbano 2024 che esamina diversi indicatori per calcolare lo stato ambientale delle città. Sprechi idrici, verde fruibile, consumo di suolo, ma anche polveri sottili, produzione di rifiuti urbani, utilizzo di mezzi pubblici, alberi, isole pedonali ed energie rinnovabili.

Per una cattiva notizia ce n’è sempre una buona. Con una scalata di 28 posizioni, (l’anno scorso era 96esima, quest’anno 68esima) Messina è invece la più “green” tra i capoluoghi siciliani. I dati migliori si registrano su alberi, produzione di rifiuti e utilizzo del trasporto pubblico, male invece per verde, piste ciclabili e dispersione d’acqua. Messina è al sesto posto tra i capoluoghi del Meridione.

Queste graduatorie non sono statiche, hanno un senso se valutate in modo dinamico e se si tiene conto di quale sia il percorso intrapreso. A faticare non sono solo le città del Sud, anche quelle del Nord, ma non è sicuramente una buona consolazione.

Che la Sicilia e il Mediterraneo siano un’oasi di biodiversità non ci sono dubbi. Grazie a una delle ultime scoperte sappiamo che gli ultimi squali bianchi del Mediterraneo si nascondono proprio nel Canale di Sicilia. Parliamo dei più grandi pesci predatori del pianeta a rischio di estinzione . Le loro tracce sono state localizzate nel corso di diverse spedizioni guidate da Francesco Ferretti dell’università statunitense Virginia Tech. La ricerca vuole essere il primo passo verso l’istituzione di un programma di monitoraggio degli squali nella regione. Finora, infatti, non si conoscevano i luoghi di aggregazione di questi animali nel Mar Mediterraneo dove le loro abitudini, come è emerso, sono radicalmente diverse da quelle che caratterizzano la maggior parte delle altre popolazioni sparse per il mondo. «Si cibano prevalentemente di tonni e pesci piccoli, una cosa che quasi ribalta la nostra comprensione degli squali», afferma Taylor Chapple dell’Università dell’Oregon, co-autore dello studio.

«Questa dieta permette a questi animali, che pesano un paio di tonnellate, di sopravvivere grazie a risorse davvero sorprendenti: le foche, di cui spesso si nutrono gli squali bianchi, sono molto più grasse rispetto ai tonni, eppure questi ultimi gli permettono comunque di raggiungere quelle dimensioni». Il viaggio ha condotto il gruppo da Marsala, sulla punta Nord-occidentale della Sicilia, a diverse isole come Lampedusa e Pantelleria, fino ad arrivare oltre Tunisia e Malta. L’obiettivo adesso è pianificare e raccogliere i fondi per nuove spedizioni, sia nel Canale di Sicilia che in altre zone del Mediterraneo.

Quella che vi raccontiamo ogni giorno è una Sicilia virtuosa capace di contrastare atteggiamenti e politiche inadeguate, logiche che guardano solo al profitto, una Sicilia rispettosa delle ricchezza della propria terra. E comincio proprio dal festival che si è svolto a Noto, organizzato dal Consorzio Le Galline Felici, che ha radunato 200 persone da tutta Europa per parlare di economia solidale. Agricoltura biologica, economia solidale ma soprattutto fiducia e condivisione d’intenti tra chi coltiva e consuma. Personalmente mi ha stupito molto sapere che il Consorzio riceve continuamente degli anticipi da parte dei consumatori per finanziare investimenti nelle aziende dei soci permettendo a questi ultimi di avere un accesso al credito che, al contrario, gli verrebbe negato dalle banche. 

Del resto l’investimento responsabile, come dimostrano numerosi report, che non tiene conto solo dei risultati economici ma fa riferimento ai cosiddetti ESG – environment, social e governance – è sicuramente sempre conveniente. La Sicilia è tra le prime cinque regioni d’Italia per il numero di aziende che hanno avviato processi di sostenibilità in linea con i criteri ESG. Ne abbiamo parlato con Federico Lo Presti che ci ha fornito anche dei dati importanti. «Il 69% delle aziende che si sono approcciate alla sostenibilità di filiera ha un fatturato fino ai 10 milioni di euro – il 26% è tra i 10 e i 50 milioni e il 5% oltre i 50. Questo significa che proprio le PMI, che costituiscono l’ossatura del nostro tessuto economico, sono quelle che stanno affrontando le sfide più significative verso modelli più sostenibili».

Voglio segnalarvi anche il progetto Matre Terra, ideato dall’associazione Chiarìa, che prevede la realizzazione del primo percorso di Land Art nel territorio del Parco dell’Etna. Andrà a sostituire ai rifiuti installazioni artistiche ispirate alla sacralità della natura. On-line trovate la call for artist per selezionare i cinque artisti che realizzeranno le opere. 

E restando in tema, sempre in Sicilia è partito il progetto pilota “Spesa Disimballata”, per ridurre gli imballaggi, in linea con quanto previsto dal Decreto Clima. L’obiettivo è creare una rete di aziende e consumatori che scelgono di acquistare prodotti senza imballaggio, riducendo così l’uso di plastica monouso e limitando la produzione di rifiuti. Alla base di tutto c’è la strategia Rifiuti Zero – che si propone di riprogettare la vita ciclica dei rifiuti considerati non come scarti ma risorse – e per cui il miglior rifiuto è quello che non si produce.

#Alluvione e siccità
Il Post – Ci si è messa anche la siccità a rallentare i cantieri delle ferrovie siciliane
La Sicilia – Catania, crolla parte del soffitto di un’aula anche al Lombardo Radice: «Fortunatamente a quell’ora nessuno era in classe»
La Stampa – Sicilia orientale in ginocchio per il maltempo. Nel Catanese automobilisti intrappolati sulla A18

#Polo petrolchimico di Siracusa
Mimit – Priolo, Urso: decisione tribunale su depuratore pregiudica lo sviluppo industriale
BlogSicilia – Terremoto nel Petrolchimico, stop del Tribunale ai conferimenti delle aziende nell’Ias
Italia che Cambia – Polo petrolchimico di Siracusa, una storia di mala politica tra immobilismo e disastro ambientale

#Risarcimenti vaccini
Italia che Cambia – Danni vaccino Covid, in Sicilia il primo caso di risarcimento a vita
Giornale di Sicilia – Covid, agrigentino morto a 35 anni dopo il vaccino di Astrazeneca: via libera al risarcimento
MDPI – The Immunologic Downsides Associated with the Powerful Translation of Current COVID-19 Vaccine mRNA Can Be Overcome by Mucosal Vaccines

#Ponte sullo stretto
Il Post – Il progetto del ponte sullo Stretto andrà avanti
WWF Italia – Per fermare il ponte di Messina il WWF Italia è pronto a rivolgersi all’UE

#Le città siciliane
Gazzetta del Sud – Ecosistema urbano: Messina è più “green” e scala 28 posizioni
Legambiente – Ecosistema Urbano 2024

#Squali e Mediterraneo
Giornale di Sicilia – In Sicilia si nascondono gli ultimi squali bianchi del Mediterraneo: la ricerca Usa guidata da un italiano

#SCC
Italia che Cambia – Un festival in Sicilia sta radunando persone da tutta Europa per parlare di economia solidale
Italia che Cambia – In Sicilia le PMI che puntano alla sostenibilità di filiera migliorano nelle capacità d’impresa
Italia che Cambia – Matre Terra, sull’Etna un sentiero di land art al posto delle discariche
Italia che Cambia – “Spesa Disimballata”, in Sicilia al via il progetto pilota per ridurre gli imballaggi

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