Clima, nonostante le lobby cresce il sostegno delle aziende per la decarbonizzazione
Nonostante attività di lobbying contro la rivoluzione verde, esiste una maggioranza più ampia e silenziosa a sostegno della decarbonizzazione e del progresso attraverso le politiche climatiche.

Una nuova analisi condotta della piattaforma LobbyMap, un think tank no-profit che fornisce analisi oggettive e basate su dati concreti sull’impatto che aziende e istituzioni finanziarie hanno sulle crisi climatiche e della biodiversità, rivela un profondo cambiamento dell’atteggiamento delle imprese nei confronti delle politiche climatiche dell’Unione Europea. Il 52% delle aziende europee monitorate dalla piattaforma – circa 200 con sede legale in uno degli Stati Membri dell’Ue, Regno Unito, Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein – sostiene le politiche climatiche europee promosse dall’agenda del Green Deal che ha come obiettivo il raggiungimento dell’Accordo di Parigi.
La ricerca mostra che le aziende “allineate” con strategie per raggiungere gli obiettivi climatici sono aumentate dal 3% nel 2019 al 23% nel 2025, mentre la percentuale di aziende con un impegno disallineato in materia di politiche climatiche è scesa dal 34% al 13%, sempre nello stesso periodo.
Più della metà delle aziende era almeno “parzialmente allineata” con i percorsi volti a impedire che il pianeta si surriscaldi di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali entro la fine del secolo. Questi risultati mettono in discussione la narrazione promossa da alcune categorie di settore – che hanno fatto ricorso a diverse tattiche, tra cui l’enfasi sul potenziale impatto negativo delle politiche climatiche sulla “competitività” europea, la promozione di approcci basati su incentivi e l’opposizione a normative vincolanti, la promozione di una terminologia politica ambigua che lascia la porta aperta a una continua dipendenza dalle tecnologie basate sui combustibili fossili – che descrivono la competitività industriale europea in conflitto con le politiche climatiche.
Inoltre, i risultati di questo studio sono in linea con un recente sondaggio condotto tra i leader aziendali di 15 Paesi che ha rilevato che il 97% dei dirigenti sostiene la transizione dai combustibili fossili a un sistema elettrico basato sulle energie rinnovabili. Le aziende intervistate hanno sottolineato l’accesso all’elettricità rinnovabile come fattore chiave per prendere decisioni di investimento a lungo termine e determinare la competitività delle regioni in cui localizzare le proprie attività e catene di approvvigionamento.
Il dibattito in corso sull’opportunità che l’azione di politica climatica rafforzi o indebolisca la competitività internazionale sta già influenzando il processo decisionale dell’UE in materia di politica climatica. La capacità dell’UE di rispettare i propri impegni internazionali in materia di clima nei prossimi anni dipenderà anche dall’impatto della promozione delle politiche aziendali su una serie di politiche chiave, dalla revisione del meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM) dell’UE, alle strategie settoriali di decarbonizzazione e le future politiche del settore energetico previste dal Piano d’azione per l’energia accessibile annunciato nell’ambito del Clean Industrial Deal.
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