Israele ha appena approvato un piano di occupazione totale di Gaza
Israele approva un piano per occupare tutta Gaza e restarvi a tempo indefinito. Ma l’insofferenza verso il governo Netanyahu cresce.

Il governo israeliano ha approvato un piano per l’occupazione totale della Striscia di Gaza, con l’intenzione di restarvi per un periodo non specificato. La notizia, riportata dall’Associated Press e confermata da due funzionari israeliani che hanno parlato in anonimato al Guardian, segna una nuova e drammatica escalation nella guerra in corso.
Il piano, approvato dal gabinetto di sicurezza tra domenica 4 e lunedì 5 maggio, prevede anche il rafforzamento della pressione militare per costringere Hamas a negoziare un cessate il fuoco alle condizioni imposte da Israele e a liberare gli ostaggi ancora detenuti nella Striscia. Ma tra le misure previste figura anche lo spostamento forzato di centinaia di migliaia di palestinesi verso il sud di Gaza, un dettaglio che ha già fatto scattare campanelli d’allarme tra le organizzazioni umanitarie.
Nel frattempo, l’esercito israeliano ha annunciato la mobilitazione di decine di migliaia di riservisti, molti dei quali sono stati richiamati più volte dall’inizio del conflitto. Secondo il quotidiano Haaretz, i nuovi riservisti sostituiranno soldati di leva attualmente schierati in Cisgiordania e al confine con il Libano, che verranno invece spostati nel cuore del conflitto: la Striscia di Gaza.
Ma non sono solo i leader internazionali o le organizzazioni umanitarie a esprimere preoccupazione. Anche all’interno di Israele il malcontento cresce, soprattutto tra le famiglie degli ostaggi. Il Forum degli Ostaggi, che rappresenta i familiari di chi è ancora detenuto a Gaza, ha denunciato pubblicamente la decisione del governo, definendola una mossa che “mette a rischio la vita degli ostaggi” e chiedendo che si dia priorità a un accordo diplomatico per la loro liberazione.
Durante un’accesa audizione al Knesset, Einav Zangauker, madre di Matan – uno degli ostaggi – ha lanciato un appello senza precedenti: “Chiedo ai soldati di non presentarsi per la leva, per motivi morali ed etici”, ha detto, accusando il governo di aver abbandonato i propri cittadini.
Persino Eyal Zamir, capo di stato maggiore israeliano (ovvero comandante dell’esercito israeliano Idf) si è mostrato molto critico verso la decisione e ha avvertito i ministri del governo Netanyahu che la nuova operazione a Gaza potrebbe mettere in pericolo gli ostaggi ancora nell’enclave, riferisce Channel 13.
Dal 18 marzo, con la fine dell’ultimo cessate il fuoco, Israele ha ripreso le operazioni di terra su larga scala, conquistando ampie porzioni della Striscia. Il conflitto ha già causato lo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di palestinesi, mentre l’ingresso di cibo e medicinali è stato praticamente bloccato da oltre due mesi, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria nella regione.
Il piano israeliano dovrebbe entrare in vigore dopo la visita del presidente statunitense Donald Trump in Medio Oriente la prossima settimana – una coincidenza che potrebbe non essere del tutto casuale. Si prevede che l’operazione militare duri diversi mesi.
Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, il conflitto ha causato finora oltre 52.000 morti, di cui più della metà sono donne e bambini. Le organizzazioni umanitarie avvertono che la situazione è destinata a peggiorare, con circa 290.000 bambini a rischio imminente di morte per fame a causa del blocco totale imposto da Israele.
Il malcontento all’interno di Israele sta crescendo e per la prima volta ci sono state manifestazioni anche in favore delle vittime palestinesi, mentre in Europa alcune organizzazioni civili stanno organizzando una grande marcia verso Gaza per fermare il genocidio e far entrare gli aiuti umanitari. Saranno queste spinte sufficienti a fermare i piani del governo israeliano?
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