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24 Novembre 2021
Podcast / Io non mi rassegno

Il futuro che hanno in mente le Big Tech – #415

Le aziende tecnologiche stanno crescendo a ritmi impressionanti, e sono quelle che più delle altre condizionano la nostra idea di futuro, e di conseguenza il futuro stesso! L’idea di Metaverso che sta dietro a Meta, il nuovo nome di Facebook, ci dice qualcosa a proposito. Quale futuro hanno in mente le Big Tech? Lo vogliamo davvero? E soprattutto, è inevitabile?

Autore: Andrea Degl'Innocenti
INMR Copertina per homepage 25

Questo episodio é disponibile anche su Youtube

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Il dominio delle multinazionali

È uscito qualche giorno fa un rapporto molto interessante del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, il centro di ricerca sull’economia fondato da Francesco Gesualdi, che fotografa lo stato dell’economia mondiale dal punto di vista della distribuzione di vendite e profitti fra le aziende. Ne emerge un mondo economico sempre più fagocitato dalle multinazionali.

Ne parla un articolo su Valori che mostra come oggi l’80% del commercio globale sia controllato dai grandi gruppi internazionali, che si accaparrano un terzo del Prodotto interno lordo dell’intero Pianeta. Un gruppo come Walmart, la più famosa catena di supermercati americana, ogni anno fattura, da solo, oltre 500 miliardi di dollari, l’equivalente del Pil di nazioni come Svezia e Belgio.

Dal report si deducono almeno 4 trend interessanti. Il primo è la crescita delle aziende cinesi, che sono da quest’anno quelle più rappresentate nella classifica delle top 200 aziende mondiali. Sono soprattutto colossi dell’energia e grandi aziende statali, ma anche  aziende tecnologiche. Il secondo è il calo delle grandi aziende petrolifere, le Big Oil, che sono ancora big, non possiamo parlare di crollo, ma sono in discesa, perlomeno quelle americane e europee come Chevron, BP, Exxon. Il terzo è la scalata delle case farmaceutiche nell’ultimo anno e mezzo, trainate dalla vendita dei vaccini. Basti pensare che Moderna ha visto crescere il proprio fatturato dell’8.300% in un anno, con i profitti che sono passati da un negativo di 240 milioni di dollari dei primi sei mesi del 2020 ai quattro miliardi di profitti registrati a giugno 2021. Infine il quarto è l’esplosione delle Big Tech, le grandi aziende che si occupano di tecnologia.

Il salto delle Big Tech

Oggi vorrei parlarvi di quest’ultimo punto, perché mi sembra quello che fra tutti influenzerà di più il nostro futuro prossimo. Prima però guardiamo qualche numero. Un tempo c’erano le sette sorelle del petrolio (il termine lo coniò Enrico Mattei), oggi ci sono le sette sorelle del web: Amazon, Microsoft, Google, IBM, Alibaba, Salesforce e Tencent. In un video sul suo seguitissimo canale Youtube Marco Montemagno riporta un po’ di numeri su queste aziende, che hanno moltiplicato i fatturati nel giro di un anno, grazie al fatto che le persone hanno passato molto più tempo a casa e le relazioni si sono ulteriormente digitalizzate.

Insomma la pandemia ha permesso alle aziende del digitale di fare l’ultimo salto e proiettarsi, e proiettarci, verso il futuro. Ma di quale futuro stiamo parlando? Capire qual è l’idea di futuro che hanno in mente le Big Tech è interessante perché sono le aziende che più delle altre investono in futuro e investono nel costruire un immaginario di futuro. E noi sappiamo quanto è importante l’idea di futuro che abbiamo, nel determinare il futuro stesso, in una sorta di profezia che si autoavvera. 

Ecco, per capire quale futuro hanno in mente le Big Tech, un’idea ce la può dare l’ultima evoluzione di Facebook. Avrete sentito parlare del fatto che l’azienda Facebook diventa Meta. C’è stata questa conferenza stampa mitologica, ormai qualche settimana fa, in cui Zuckerberg ha parlato delle ultime evoluzioni di Facebbok, che punterà tutto sul metaverso. In alcuni momenti non si capiva neppure se a parlare era Zuckerberg in carne e ossa o il suo avatar virtuale.

Mark ha promesso che in futuro tutti noi lavoreremo, giocheremo e “organizzeremo feste di compleanno a sorpresa” in cui non staremo più assieme fisicamente nella stessa stanza ma lo saremo come avatar nel metaverso di realtà virtuale di Facebook.

Ora, ovviamente c’è chi ha scritto, e a ragione, che questa decisione arriva nel mezzo dei cosiddetti Facebook papers, e che quindi potrebbe essere un enorme diversivo. Per chi non sapesse cosa siano i FB Papers, sono uno scandalo che qua in Italia è passato abbastanza inosservato ma che negli Stati Uniti invece ha fatto un certo scalpore. In pratica i giornalisti americani continuano a esaminare migliaia di documenti di cui sono entrati in possesso che mostrano come l’azienda sia perfettamente consapevole di fare danni alle società democratiche e alimenti volutamente l’odio online e non solo per fare profitti. 

Sa che i trafficanti di esseri umani usavano Facebook per attirare le donne verso la schiavitù sessuale. Sa che la piattaforma viene usata per incitare alla violenza contro le minoranze. E sa che i loro sistemi rimuovono meno dell’1% dei contenuti violenti! 

Insomma non è in una bella posizione, e quindi è il momento giusto per un bel rebranding. Tuttavia c’è di più, non possiamo liquidarla così questa novità. Quella di Meta non è una trovata estemporanea solo per distogliere l’attenzione ma qualcosa che bolle in pentola già da parecchio. L’idea di metaverso da cui prende il nome il nuovo FB viene da un romanzo di fantascienza del 92 e secondo molti rappresenta il futuro di internet, e quindi anche in parte del genere umano. E in realtà sono già parecchie le aziende digital che già vivono nel metaverso, ed è la direzione verso la quale stanno andando tutte le big tech, da Amazon a Google e così via.

Metaverso, che cos’è?

Ma che cos’è il metaverso? Si tratta di un mondo in cui la realtà fisica e quella virtuale si fondono in una sorta di Unicum difficilmente distinguibile. In cui il mondo digitale esce dagli schermi e diventa parte integrante della nostra esperienza quotidiana, attraverso il supporto di visori, o occhiali particolari, almeno per adesso, in futuro magari nemmeno.

Fra l’altro come ha affermato lo stesso Zuckerberg nella conferenza, riportato da Wired, “Questo spazio non sarà creato da una singola azienda, ma piuttosto da una rete di creatori e sviluppatori”. Insomma una grande opera di creazione collettiva.

Immaginate di indossare dei visori e di poter fare riunioni “in presenza” con persone che vivono a migliaia di chilometri di distanza, o di poter visitare città o paesi lontani senza uscire dalla vostra stanza. Bello vero? Sì, ma.

Ci sono alcuni problemi. Il primo, che fa notare Wired, è che il 91% degli sviluppatori di software sono maschi. Può sembrare un dettaglio, ma lo è fino a un certo punto. Il mondo digitale del futuro rischia di essere ancora più maschiocentrico rispetto alla società contemporanea. 

Secondo problema: molte aziende, come vi dicevo, vivono già da anni nel metaverso. Dapprima era quello dei videogiochi, ora sta arrivando per il mondo del lavoro. Ma fin qui non sembra avere apportato tutti questi miglioramenti nelle condizioni dei lavoratori. Anzi spesso queste nuove tecnologie sono state utilizzate più per controllare i dipendenti da parte delle aziende che per migliorare le loro esperienze.

Poi c’è il tema della privacy. Come fa notare un articolo del Fatto Quotidiano, nel metaprogetto di Zuckerberg – ma lo stesso vale per le altre grandi aziende – non possono non apparire evidenti i rischi potenziali di una profilazione di massa ancora più strisciante e pervasiva rispetto a quella attuale.

Il problema, come al solito, non sono gli strumenti in sé, ma come li usiamo. I visori, la realtà aumentata potrebbro essere usati per fare cose bellissime, esperienze immersive e realmente aumentate nel campo dell’arte, della storia. Ma se a sviluppare il metaverso sono le grandi aziende, be’ abbiamo un problema. E non tanto perché le grandi aziende sono per forza brutte e cattive, ma perché hanno come obiettivo quello di vendere e fare profitto. 

C’è il grosso rischio che questo metaverso diventi una sorta di Matrix in cui saremo ancora di più bombardati da pubblicità talmente calibrate sui nostri gusti e talmente mimetizzate nel contesto da essere praticamente irriconoscibili. Un far West in cui le grandi aziende lotteranno – ancor più di oggi – per il  controllo del nostro tempo, dei nostri gusti, delle nostre convinzioni. In altre parole delle nostre menti.

Infine c’è il tema dell’impatto ambientale. Cosa che trascuriamo sempre quando parliamo di innovazione, come se il mondo digitale, essendo immateriale, non avesse un impatto. In realtà tutte le nostre esistenze digitali hanno un impatto sempre più rilevante a livello globale, impatto che sembrerebbe destinato ad aumentare a dismisura. Un po’ come la finanza che fagocita e utilizza risorse provenienti dall’economia reale, il mondo digitale poggia sul proliferare di oggetti, e device che consumano energia e materie prime. Come si combina lo scenario che hanno in mente le Big Tech con la crisi climatica, con i collasso degli ecosistemi?

Sono tutte domande che non hanno una risposta, ma alla cui risposta possiamo contribuire. Credo che il futuro del genere umano e di una buona fetta della vita sul pianeta dipenda essenzialmente dall’interazione di tre fattori: 1. Il funzionamento degli ecosistemi e la loro resilienza, 2. l’immaginazione degli esseri umani, 3. cose che non possiamo prevedere, cigni neri, invasioni aliene, meteoriti, ribellione delle macchine o cose di questo genere. Abbiamo il controllo solo sul secondo fattore, ma è determinante. Questa idea di futuro è inevitabile solo fin quando pensiamo collettivamente che lo sia.

Niente ci impone di andare in quella direzione. Se lo vogliamo, possiamo scegliere qualsiasi altra direzione di futuro. E se ci sentiamo trascinati da una forza invisibile verso quel futuro lì, be’ quella forza invisibile si chiama immaginario collettivo. Ma è qualcosa che possiamo cambiare, per l’appunto, sostituendolo con scenari diversi.

Articoli e fonti:

#multinazionali
Valori – Multinazionali sempre più ricche. A loro un terzo del Pil mondiale
CNMS – Eat the rich

#metaverso
Marco Montemagno – Metaverso..tutto quello che avresti sempre voluto sapere e non hai mai osato chiedere (YouTube)
Marco Montemagno – Internet cambia: fuori i social dentro web3 e metaversi (YouTube)

#Facebook #Meta
Internazionale – Zuckerberg e Bezos fuggono dalla Terra dopo averla rovinata
Wired – Queste aziende stanno già vivendo nel Metaverso di Zuckerberg
Il Fatto Quotidiano – Zuckerberg apre le porte al metaverso: si rischia una profilazione di massa ancora più pervasiva Zuckerberg apre le porte al metaverso: si rischia una profilazione di massa ancora più pervasiva

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