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20 Giugno 2025
Podcast / Io non mi rassegno

Disperdere il dissenso: elicottero e lacrimogeni provocano un rogo a Decimomannu – INMR Sardegna #83

Un incendio scoppiato durante la protesta antimilitarista a Decimomannu, l’alta percentuale di non ammessi all’esame di maturità, il report sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e uno sguardo a ciò che accade nel mare sardo, tra reti da pesca da recuperare e missili dispersi.

Autore: Redazione Sardegna che Cambia
decimomannu
L'articolo si trova in:

Trascrizione della puntata

Un elicottero utilizzato per disperdere i manifestanti che, insieme all’uso di lacrimogeni, avrebbe originato un rogo nei campi adiacenti l’aeroporto militare. Lo mostrano le immagini che come riporta Cagliari Today arrivano da Decimomannu durante la protesta antimilitarista chiamata dall’assemblea Contro le basi, che si è tenuta sabato 14 giugno 2025. Come ricostruito anche da L’indipendente, in un video apparso sui canali delle realtà che hanno promosso l’iniziativa antimilitarista si vede un elicottero delle forze dell’ordine volare a qualche metro da terra appena sopra le teste dei dimostranti, generando forti correnti d’aria che secondo i manifestanti sarebbero state rivolte a disperdere i presenti. Le stesse correnti avrebbero però anche alimentato un incendio determinato, sempre secondo quanto ricostruito anche tramite video dai manifestanti, dall’utilizzo da parte della polizia anche di lacrimogeni: in combinazione col veloce spostamento d’aria dato dalla vicinanza dell’elicottero al terreno, l’utilizzo di lacrimogeni avrebbe infatti dato origine a un rogo rapidamente esteso, domato poi dai vigili del fuoco. Quello dell’elicottero utilizzato come sfollagente è una manovra non poco pericolosa, per i manifestanti ad essere messa a rischio, oltre l’ambiente circostante, è stata anche la loro stessa incolumità ma secondo quanto invece riporta Cagliari News, la situazione per la Polizia di Stato, in coordinamento con l’Aeronautica Militare, era sotto controllo. il Questore di Cagliari avrebbe seguito personalmente tutte le fasi dell’operazione sul campo, garantendo il coordinamento tra i reparti mobili, i presidi territoriali e il supporto logistico delle forze armate. “Un’ottima sinergia – hanno fatto sapere dalla Questura – che ha permesso di evitare conseguenze peggiori e mantenere il controllo della situazione senza particolari criticità.”

Sul caso in settimana è però intervenuto il consigliere regionale Valdo Di Nolfo (di Uniti per Alessandra Todde), dichiarando quanto segue: “Le immagini di Decimomannu meritano una profonda riflessione e pongono seri interrogativi sul piano della proporzionalità dell’intervento utilizzato dalle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti. L’utilizzo di un elicottero a bassa quota, combinato al lancio di lacrimogeni in un’area agricola già soggetta a forte siccità, ha messo a rischio non solo l’incolumità dei manifestanti, ma anche l’equilibrio ambientale e la sicurezza collettiva”. A intervenire alla Camera anche la deputata sarda Francesca Ghirra, la quale ha richiesto che i ministri della difesa e dell’interno verifichino quanto è successo sabato scorso, alla base militare di Decimomannu. “È vero che i manifestanti sono stati sfollati con il lancio di lacrimogeni da un elicottero, causando persino un incendio che avrebbe messo a rischio la sicurezza e l’incolumità dei presenti? – ha scritto – I ministri vengano a riferire su quanto accaduto”. Nel frattempo, abbiamo chiesto un commento in merito all’accaduto agli attivisti e alle attiviste di Unigcom Sardegna, tra le persone presenti al corteo.

La Sardegna è la regione italiana con la più alta percentuale di studenti non ammessi all’esame di maturità: sono il 7,1%, contro una media italiana del 3,5%. L’ha riportato L’unione sarda in settimana e il dato, emerge dalle rilevazioni del Ministero dell’Istruzione contemporanee all’inizio degli esami di maturità. Nell’Isola si registrano 12.378 candidati, un dato in aumento rispetto ai 12.220 dell’anno scolastico 2023-2024, ma è stato soprattutto il numero dei non ammessi a risuonare particolarmente in settimana. Noi però vi consigliamo di guardare a quei numeri attraverso la lettura che ne fa Omar Onnis su S’indipendente, il blog dell’Assemblea Natzionale Sarda. Onnis, saggista e scrittore sardo, riporta l’attenzione sul nodo mai sciolto nel rapporto tra la Sardegna e la scuola italiana. Un nodo complicato scrive, aggrovigliatosi negli anni. Limitarci a valutare solo gli esiti finali, contingenti, di una questione così stratificata non ha molto senso. S’indipendente punta quindi l’attenzione sulla questione linguistica sarda, su un’identità italiana inserita a forza nel sistema scolastico e societario sardo, e sul costo della deprivazione culturale. Ve ne leggo un pezzo ma trovate l’intero articolo sempre su www.sardegnachecambia.org, tra le fonti della rassegna stampa. scrive Onnis che “I problemi specifici della scuola, in Sardegna, si sommano a quelli generali, comuni a tutto il sistema dell’istruzione italiana. Una scuola vecchia sia nell’impostazione sia nel personale, sistematicamente definanziata, burocratizzata, piegata a forme di aziendalismo privatistico, ostinatamente sotto attacco della politica, che vorrebbe farne – oggi più che mai – uno strumento di controllo sociale e di indottrinamento ideologico”. I dati del Ministero sono chiari: la Sardegna ha la percentuale più alta di studenti non ammessi alla maturità. Ma ridurre tutto a una statistica rischia di oscurare il problema strutturale. Come ricorda Omar Onnis, il nodo è profondo e culturale: riguarda una scuola che continua a non parlare la lingua dell’Isola. E il conto, ancora una volta, lo pagano gli studenti.

E’ allarme povertà tra i bambini e gli adolescenti sardi: il 32,9% è in una condizione di povertà relativa, dieci punti sopra la media italiana e in aumento rispetto al precedente rapporto, pari al 22,8%. Non va meglio il dato sul rischio di esclusione sociale, che tocca il 41,1% dei giovani sotto i 18 anni, mentre il 30,5% dei minori vive in case con problemi strutturali e, quasi uno su due, in abitazioni sovraffollate. Sono alcuni dei dati forniti, nella presentazione del Rapporto su “I diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia. I dati regione per regione”, con dati del 2023 e del 2024, organizzato in Consiglio regionale, dalla Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Sardegna e dalla Presidenza del Consiglio regionale. Il rapporto evidenzia, inoltre, che solo il 39% dei Comuni è coperto da servizi educativi per la prima infanzia ma si registrano però alcuni segnali positivi: il 62,8% dei bambini pratica sport, più alto della media nazionale, e il 52,4% legge libri nel tempo libero. Quello che dobbiamo ricordare è anche che dietro ogni numero ci sono volti, famiglie, storie. Se da un lato i dati parlano di disagio e privazioni, dall’altro raccontano anche di varie forme di resistenza, cultura e voglia di futuro. Investire sull’infanzia oggi significa garantire dignità e opportunità perché la Sardegna continui a cambiare, senza però lasciare indietro nessuno.

Chiudiamo con due notizie, su un solo mare: il nostro. Da una parte, parliamo delle reti da pesca abbandonate nel Golfo di Cagliari: veri e propri rifiuti che soffocano i fondali, minacciano la fauna marina e mettono a rischio chi il mare lo vive. Dall’altra, un missile da guerra, l’Aster 30, precipitato nel mare di Quirra durante un’esercitazione militare, dal valore stimato di due milioni di euro. Parto dalla prima notizia: in settimana il progetto ‘Fishing for the Planet’ è entrato in azione tra il Poetto e Geremeas per rimuovere le reti sommerse, grazie al lavoro del Nucleo Subacquei dei Carabinieri e al coordinamento scientifico dell’Università di Cagliari. Si tratta di un’azione concreta, finanziata dalla Fondazione di Sardegna, che coinvolge Comuni, biologi, forze dell’ordine: un esempio virtuoso di cura e responsabilità. Quello che però accade a qualche centinaio di chilometri da lì, al largo del poligono interforze di Quirra, è che un altro oggetto giace sul fondo: non una rete, ma un ordigno, un’arma da guerra lunga più di quattro metri, diametro di venti centimetri, progettata per abbattere bersagli aerei. Un missile, con capacità distruttiva, smarrito nel corso di un test militare che secondo i comunicati, come riporta Sassari Today, è ‘perfettamente riuscito’. La Capitaneria ha diramato un avviso: nessuno deve avvicinarsi a meno di 150 metri, ma nessun allarme per i bagnanti e nessuna dichiarazione ufficiale. Quello che viene spontaneo notare è che mentre aumentano le mobilitazioni e gli eventi organizzati da chi si immerge per salvare l’ambiente, lo Stato continua a sperimentare armi ad alta tecnologia in una Sardegna già segnata da decenni di servitù militari. Probabilmente le reti da pesca sono niente in confronto all’inquinamento generato dalle esercitazioni militari nell’Isola, ma mentre non poche contraddizioni affondano nel nostro mare, forse il vero pericolo, oggi, non è solo ciò che galleggia o affonda… ma ciò che resta in silenzio.

Lunedì abbiamo inaugurato la nostra settimana di pubblicazioni con un approfondimento di Daniele Pisano sulle colonie penali. In Sardegna esistono infatti tre colonie penali agricole ancora attive, luoghi di lavoro, riabilitazione e dignità, spesso poco conosciuti e lasciati in ombra. Questi spazi, storicamente nati per bonificare terreni e offrire una via di redenzione ai detenuti, rappresentano un patrimonio che potrebbe essere rilanciato, a beneficio di tutto il sistema penitenziario e della comunità. Lontano dalle luci dei media e spesso isolati geograficamente, le colonie di Is Arenas, Isili e Mamone sono luoghi di lavoro e formazione, dove i detenuti, sotto un regime di sorveglianza dinamica, possono coltivare, allevare e trasformare prodotti agricoli, ricevendo un compenso e nuove possibilità di reinserimento. Tuttavia, il loro potenziale rimane inespresso a causa di limiti strutturali, burocratici e di gestione. Ma le soluzioni non sono poche: trovate tutto nel nostro approfondimento su www.sardegnachecambia.org

Nella nostra isola, tra montagne, valli e coste, la pratica della transumanza rappresenta molto più di uno spostamento di greggi: è un rituale di continuità, un ciclo che parla di radici profonde e di un legame indissolubile tra uomo e terra. Attraverso le stagioni, i pastori si spostano tra i paesaggi, lasciando tracce invisibili ma profonde nel paesaggio e nell’anima collettiva. È un movimento che unisce il passato e il presente, un’arte silenziosa di mutamento che si tramanda di generazione in generazione. In questo ciclo eterno, la transumanza diventa un atto di ascolto e di rispetto, un pellegrinaggio laico e sacro che trasforma il cammino in una vera e propria liturgia del tempo.
Ce ne ha parlato martedì la nostra Marta “Jana sa Koga” Serra con una riflessione sull’importanza di questa tradizione che ancora oggi resiste , testimonianza di saperi antichi e di un’identità forte, fatta di gesti, emozioni e storie che attraversano i secoli. Trovate sempre tutto su Sardegna che cambia con anche un anticipo in formato reel sui nostri social.

Mercoledì un approfondimento a tema aborto realizzato da Andrea carboni di Indip, ed è lui a raccontarvi di più su questo prezioso lavoro di inchiesta.

Giovedì abbiamo chiuso la nostra settimana di pubblicazioni con un racconto di due preziose realtà musicali sarde, Potente e Alta fedeltà. Si tratta di due negozi di dischi indipendenti che a Cagliari resistono al tempo e alle sfide di un mercato in costante evoluzione, diventando rifugi per appassionati, spazi culturali, microcosmi urbani dove il vinile è ancora un gesto d’amore e comunità vibrante. Alta Fedeltà a Potente Records raccontano storie di passione, resistenza e rinascita, e sono testimonianza di come la musica fisica continui a essere un pilastro in una città che non smette di “vibrare” (e resistere). Ce ne ha parlato Matteo Cardia di TocToc Sardegna con un articolo che guarda al ruolo che questi presidi culturali hanno nelle nostre comunità. non perdetevelo, lo trovate sempre su www.sardegnachecambia.org

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:

  • Dopo aver rappresentato l’Italia con il cortometraggio S’Ossastru al prestigioso EuroAsia Shorts di Washington DC – un festival che unisce 9 Paesi in un dialogo cinematografico globale – Visioni Sarde rientra in Sardegna, con una tappa speciale nel cuore del Sulcis Iglesiente. Stasera, Venerdì 20 giugno, a Narcao, in Piazza Europa, a partire dalle ore 21:00, sotto il cielo stellato, saranno proiettati i 9 cortometraggi che stanno facendo conoscere la Sardegna nel mondo. L’iniziativa è promossa con l’obiettivo inoltre di offrire alla comunità un momento di bellezza, frescura estiva e riflessione. La serata si aprirà con Ambasciadores de Sardigna, una clip musicale dedicata a tutti i sardi emigrati. Una serata da non perdere, dove il cinema incontra la comunità, e la Sardegna si racconta al mondo.
  • Sabato 21 giugno, per le persone più mattiniere, alle 5:30 del mattino un appuntamento davvero speciale vi attende al santuario nuragico di S’Arcu ‘e is Forros, a Villagrande Strisaili, per celebrare insieme l’alba del solstizio d’estate. Cicli di luce è l’esperienza promossa nell’ambito della manifestazione Beranu Antigu, in collaborazione con l’Osservatorio Astronomico di Monte Armidda. Un momento unico per osservare la luce solstiziale filtrare tra le antiche pietre del sito nuragico, dove natura, archeologia e astronomia si incontrano in perfetto equilibrio. Durante la visita guidata tematica, si approfondirà il legame tra cielo e umanità nell’antichità, con letture e riflessioni suggestive. Si parlerà del significato sacro del solstizio e dell’orientamento rituale delle strutture, come dimostrato dagli studi archeoastronomici di Flavio Carnevale. La partecipazione è gratuita e non è necessaria la prenotazione. Per info, potete contattare il 378 302 7077.
  • • Domenica 22 giugno, in occasione dell’ultimo appuntamento di “𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐢𝐧 𝐌𝐚𝐫𝐦𝐢𝐥𝐥𝐚”,  nel Parco Archeologico di Villanovaforru, tra il ricco programma che animerà l’intera giornata ci sarà un appuntamento dalle 17:45 con le pratiche legate alle erbe e agli usi della tradizione. Nel periodo del Solstizio d’Estate, uno dei momenti più ricchi di significati e tradizione è infatti la notte della vigilia di San Giovanni. 𝗔-𝗕𝗥𝗨𝗫𝗔 è un’esperienza immersiva nella cultura orale sarda, alla scoperta di mexinas e mexineddas, brebus po is pillonis e altri, mexina de s’ogu, bacchette magiche, divinazione auspici e sorti, pungas, esseri fantastici, strani serpenti e voraci vampiri. Il percorso è semplice, in piano, lungo circa 2 km: si consiglia abbigliamento comodo, adatto alla campagna e al clima del tardo pomeriggio.

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