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9 Maggio 2025
Podcast / Io non mi rassegno

“Ogni primavera la Sardegna si trasforma in un teatro di guerra” – INMR Sardegna #77

Parliamo della Joint Stars 2025 e della stagione di esercitazioni militari ancora in corso nell’Isola: lo faremo anche con Aide Esu, professoressa di sociologia dell’Università di Cagliari.. Parliamo poi di lavoro stagionale, della protesta animalista e antispecista contro gli abbattimenti dei cinghiali nel Sinis, e del nuovo team nominato dal Comune di Cagliari per il ruolo di Garante per la Tutela degli Animali.

Autore: Redazione Sardegna che Cambia
sardegna joint stars

Trascrizione della puntata

Dopo le esercitazioni della Mare Aperto 2025, che hanno visto otto Paesi NATO impegnati in simulazioni belliche tra cielo e mare, con oltre 6mila militari e più di 120 mezzi, la Sardegna torna al centro delle esercitazioni militari stavolta con una nuova manovra. È iniziata ufficialmente in settimana, con l’arrivo della Nave Trieste nel porto di Cagliari, la Joint Stars 2025: la più grande esercitazione interforze italiana, coordinata dal Comando operativo di vertice interforze – il COVI.

Uno scenario complesso, cosiddetto ‘multi-dominio’, che coinvolgerà tutte le forze armate, i corpi armati dello Stato, e le agenzie, con l’obiettivo di testare la capacità di risposta a situazioni critiche, in un contesto realistico e coordinato, ma non ci sarà solo guerra simulata: la Joint Stars quest’anno ha scelto di mostrarsi sotto una luce più benefica, con iniziative aperte al pubblico. A bordo della Nave Trieste, per esempio, (per chi non lo sapesse si tratta dell’unità d’assalto anfibio multiruolo più grande mai costruita per la Marina Militare), ci saranno screening sanitari gratuiti per i bambini e bambine e attività di solidarietà, cultura e raccolta fondi per il reparto di terapia intensiva pediatrica, sotto l’insegna del progetto ‘Joint Stars for Charity’. Ovviamente si tratta di una serie di eventi che hanno generato non poche critiche e accuse di propaganda bellica, ma di questo vi parlerà meglio tra qualche minuto Alessandro Spedicati.

Per ora ci vogliamo soffermare sull’esercitazione militare e sul fatto che tutto questo, avviene in Sardegna, una regione che ospita oltre il 60% del demanio militare italiano, che è una delle aree più militarizzate d’Europa. Ed è anche per questo che in settimana si è alzata la voce dei movimenti antimilitaristi. C’è chi si interroga sull’impatto ambientale, sanitario e sociale di queste esercitazioni, in una terra che da decenni convive con servitù militari, poligoni, e operazioni segrete, e c’è chi chiede la fine “dei giochi di guerra sulla nostra terra”. In merito alla situazione sarda e agli impatti di un’Isola trasformata in hub bellico, abbiamo deciso di chiedere un commento a Aide Esu, professoressa di sociologia dell’Università di Cagliari, una delle voci più autorevoli nel panorama accademico e sociale della Sardegna, che ha concentrato per anni la sua ricerca sulla militarizzazione della Sardegna, sulla memoria storica legata alle violenze e sulle dinamiche di resistenza locale.  A lei abbiamo chiesto un commento a corredo della notizia, per comprendere cosa significa e cosa comporti ospitare tutto questo nella quotidianità di un territorio dove da anni, si fa sempre più forte la voce di chi chiede un ripensamento profondo del ruolo della Sardegna come portaerei del mediterraneo. 

Passiamo ora al tema del lavoro stagionale in Sardegna, tornato al centro del dibattito pubblico in questi giorni. Il segretario generale della UilTucs, Cristiano Ardau, ha denunciato condizioni di lavoro critiche per molti stagionali nel settore turistico. Tra le segnalazioni raccolte dal sindacato: stipendi bassi, contratti irregolari, alloggi fatiscenti e richieste indebite come il pagamento della divisa o di cauzioni per l’assunzione. Ardau ha parlato di “maltrattamenti e sottopagamenti”, con oltre 150 vertenze aperte solo lo scorso anno. Secondo Ardau, in alcuni casi vengono applicati contratti pirata, e in generale il sistema contrattuale nel turismo viene definito “fallimentare”, con richieste di adeguamenti salariali e maggiore riconoscimento delle professionalità. Dure le critiche nei confronti del settore extra-alberghiero, ma in merito Federalberghi Sardegna, ha respinto le accuse e difendendo il comparto. Tuttavia, il tema riporta l’attenzione sulla struttura del mercato del lavoro stagionale in Sardegna e, in particolare, sulle criticità emerse tra i più giovani. E in merito a quest’ultimo tema, Cagliari rappresenta un altro caso emblematico. Come riporta Cagliari Today il mercato del lavoro nel capoluogo è un terreno minato per i giovani sotto i 29 anni. Nel 2024, il 90,1 per cento delle assunzioni in questa fascia d’età è stato a tempo determinato o in altre forme contrattuali instabili, un peggioramento rispetto al già critico 85 per cento del 2023. Solo il 9% delle donne under 29 e il 5,8% degli uomini poi ottengono un contratto a tempo indeterminato, numeri che evidenziano una precarietà quasi universale. I settori dominanti – turismo, ristorazione e servizi – offrono principalmente lavori stagionali o a chiamata, con salari spesso inferiori ai mille euro netti al mese. Come scrive sempre il giornalista Guido Garau, questa instabilità ha conseguenze profonde. I giovani faticano a raggiungere l’indipendenza economica, accedere a mutui o pianificare una famiglia, contribuendo al fenomeno dello spopolamento. Il dibattito quindi sulle condizioni di lavoro nel turismo apre riflessioni che sono più ampie e che riguardano anche il modello economico dell’isola: di buone prassi ce ne sono tante, noi ne raccontiamo spesso; quello che possiamo dirci allora è che la speranza di un futuro differente, esiste già nel cambiamento del presente

Attivisti e volontari di varie associazioni tra cui Lav, Animal Voices United, Avi e diversi cittadini e cittadine hanno manifestato pacificamente in settimana contro gli abbattimenti dei cinghiali nel Sinis. Gli abbattimenti erano stati avviati il 7 aprile scorso attraverso l’ordinanza del sindaco Andrea Abis il quale ha deciso di attuare quelle che sono le azioni previste dal Piano della Provincia di Oristano. «Un progetto assurdo – hanno dichiarato gli animalisti alla Nuova Sardegna –, una crudeltà motivata principalmente da una “invasione” che cittadini o turisti di quelle coste non hanno mai notato. Questa iniziativa è inaccettabile, eticamente sbagliata, il diritto alla vita non viene riconosciuto a questa specie demonizzata». Per loro, delle soluzioni alternative all’uccisione di animali selvatici, ci sono eccome: posizionamento di dissuasori di attraversamento, recinzioni elettrificate, una corretta gestione dei rifiuti oltre all’adozione di progetti di sterilizzazione ed una informazione mirata per residenti e turisti. Quello che chiedono promotori e promotrici del sit-in come riporta sempre La Nuova Sardegna è l’immediata sospensione degli abbattimenti e un tavolo di confronto con il Comune di Cabras, Provincia e Regione per individuare sistemi alternativi. “ “Uccidere – hanno denunciato le persone in protesta – non è una soluzione, ma il problema. La progressiva antropizzazione del territorio toglie habitat agli animali selvatici e li porta a cercare più spesso le risorse in aree urbane. Quando succede le istituzioni locali ricorrono spesso alla violenza per eliminare il problema”. Ma adesso “basta sparare”.

Il Comune di Cagliari ha nominato il nuovo team per il ruolo di Garante per la Tutela degli Animali, composto da due professioniste con competenze complementari. Dopo un attento esame dei curricula, la commissione ha scelto la dottoressa Francesca Alba, medica veterinaria, come Garante, e l’avvocata Francesca Maria Cogoni come collaboratrice tecnica, con specifiche competenze giuridiche. La decisione di formare un team con una combinazione di esperienza veterinaria ed etica animale, affiancata da una preparazione giuridica in materia di diritti e benessere degli animali, nasce con l’obiettivo di affrontare in modo completo e integrato le problematiche relative alla tutela degli animali in ambito urbano. Per chi non lo conoscesse, Il ruolo del o della Garante per la Tutela degli Animali è quello di garantire la protezione, il benessere e i diritti degli animali all’interno di un determinato territorio, in questo caso a livello urbano. Nel caso di Cagliari, le Garanti avranno anche la responsabilità di coordinare le azioni di tutela e di portare avanti iniziative in linea con le politiche ecologiche e sociali della città. Un impegno che, si spera, possa tradursi in azioni concrete a favore di una città più rispettosa e sensibile verso i diritti degli animali.

Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme

Lunedì abbiamo inaugurato la settimana con un aprofondimeto di Daniele Pisano sul tema, ma soprattutto sulla realtà, del carcere. Il sistema penitenziario sardo si trova di fronte a una crisi profonda che rischia di cancellare l’umanità di chi vi si trova rinchiuso. Celle sovraffollate, servizi carenti, sofferenza psichica e un modello che sembra ormai obsoleto. Recentemente, Irene Testa, garante sarda delle persone private della libertà, ha acceso i riflettori sul sovraffollamento del carcere di Bancali a Sassari, denunciando numeri che parlano chiaro: tra i 150 e i 200 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Un problema strutturale, aggravato da condizioni di vita minime e da un sistema che difficilmente risponde alle necessità di riabilitazione e tutela dei diritti umani. Un articolo che grazie alla voce della garante Irene Testa prova a tracciare un quadro del sistema penitenziario sardo. Lo trovate su www.sardegnachecambia.org 

Il mare della Sardegna è spesso dipinto come un quadro idilliaco, un simbolo di vacanze da sogno e di paesaggi da cartolina. Ma c’è un fotografo, Luca Tamagnini, che ci invita a guardare oltre questa narrazione stereotipata, rivelando un volto più autentico e silenzioso delle nostre coste, soprattutto in quei momenti in cui il turismo di massa si ferma e le spiagge si svuotano. Nel suo nuovo libro Sardegna Paesaggio costiero, Tamagnini cattura immagini di coste incontaminate, lontane dall’invasività degli stabilimenti balneari e delle infrastrutture che troppo spesso trasformano il paesaggio in un mero spazio di consumo. Ce ne ha parlato martedì la nostra Sara Brughitta in un articolo che trovate sempre nel nostro portale.

Mercoledì invece spazio alla nostra archeologa e divulgatrice Sara Corona Demurtas, con la sua rubrica in cui si sofferma sul nazionalismo di oggi e il colonialismo, concentrandosi sullo braccio tra l’identità sarda e nazionalismo italiano in Sardegna. Questo mese l’approfondimento è partito dalle parole di Roberto Saviano che qualche settimana fa hanno riacceso le discussioni sul presunto legame tra criminalità organizzata e banditismo storico, evocando un’immagine della Sardegna come terra di crimine e illegalità. Una polemica che si inserisce in un contesto più ampio, in cui emerge la tensione tra identità sarda e il suo rapporto con l’Italia, tra nazionalismo di oggi e passato coloniale. E il richiamo attuale a fenomeni come il banditismo degli anni ‘60-‘90, rivela come il fenomeno sia stato spesso interpretato attraverso una lente politica e ideologica più che storica. Trovate l’articolo sempre su Sardegna che Cambia e anche un anticipo in formato reel, sui social

Giovedì invece abbiamo pubblicato un approfondimento della nostra Lisa Ferreli in merito alla Joint Stars for Charity. Un weekend – lo dicevamo poco fa – di screening sanitari gratuiti per bambini a bordo della più grande nave da guerra della Marina, sport, animazione, stand agroalimentari e raccolta fondi per un nuovo reparto di terapia intensiva pediatrica; tutti eventi possibili grazie alla generosità di aziende come Conad, Barilla ma anche Leonardo, RWM Italia, Terna. Un’alleanza eterogenea in cui beneficienza e industria bellica si mescolano in una narrazione a tinte rassicuranti – “Un gesto meraviglioso come il sorriso di un bambino”, recita la locandina della Joint Stars for Charity –, ma che a seguire l’ondata di proteste e indignazione che è montata in settimana in tutta l’Isola, pare tutt’altro che neutra. A promuovere l’iniziativa è il Comando Operativo di Vertice Interforze, con il patrocinio della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari. Un approfondimento che vi consigliamo di leggere, e che trovate sempre su www.sardegnachecambia.org

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:

  • Iniziamo con un consiglio a due voci perchè stasera, agli Intrepidi Monelli a Cagliari ci sarà la prima di Accidenti Occidente, lo spettacolo di stand up di Max Puddu di cui però vi parla, direttamente lui.
  • Fino al 18 maggio, dodici autori raccontano la Sardegna contemporanea attraverso la fotografia della collezione Su Palatu Fotografia di Villanova Monteleone. Lo spazio espositivo MAS.EDU di Sassari ospita infatti “Insula/Insulae. Paesaggi della collezione di Su Palatu Fotografia”, una mostra collettiva che raccoglie una selezione di dodici pubblicazioni fotografiche dedicate all’Isola. L’esposizione è il risultato della seconda edizione del Laboratorio di Pratiche Curatoriali promosso dal Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, e si sviluppa attorno al concetto di paesaggio inteso come spazio fisico e mentale, mettendo in dialogo memorie, visioni e trasformazioni dell’isola. Anche questo un evento che vi consigliamo di non perdere
  • Fino a domani ci sarà anche il Festival Letteratura del Mediterraneo a Quartu, Donori, Maracalagonis e Sinnai. La manifestazione, che unisce letteratura e sostenibilità, prevede una serie di incontri e dibattiti che hanno come tema conduttore una domanda: “Ambiente a misura d’uomo?”. Tra eventi e ospiti di livello, il programma prevede anche diverse attività laboratoriali e di ricerca. Stasera ad esempio è il momento di Carola Farci e il suo libro Plastichiadi, mentre domani Sandra Pani e Nicolò Riva Prina intervistano Daniela Cella, autrice del libro “Il fabbricante di stelle”, ma non solo: tutti gli appuntamenti li trovate su www.gentiarrubia.it
  • Sabato 10 e domenica 11 maggio Seui apre le sue case e i suoi cortili in occasione di Pastoris a Seui: un fine settimana che celebra la primavera con un’immersione nelle tradizioni agropastorali. Il nome “Pastoris” evoca i pastori e il loro mondo fatto di fatùs (gesti), faìnas (mestieri) e lucùras (emozioni, intuizioni) vissute in Berànu, nella stagione in cui la natura si risveglia. Le vie del centro storico di Seui si trasformeranno in un grande laboratorio all’aperto dove sarà possibile assistere e partecipare a dimostrazioni di mungitura, lavorazione del latte, tosatura delle pecore, produzione di formaggi come casu agedu e ricotta, e alla realizzazione di strumenti pastorali come sa corda. Durante le due giornate si terranno anche convegni e presentazioni di libri sul mondo pastorale ma trovate tutte le info sulle pagine di Seui turismo

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