Peter Pan Group: l’educazione parte dall’ascolto profondo del territorio
Progetti educativi, servizi per persone anziane e con disabilità, spazi mamma-bambino. La storia di Peter Pan Group e di una comunità che si prende cura.
Nella mia Regione, il Veneto, c’è un territorio che sembra invisibile, come se stesse per conto suo, zitto zitto. Se vi immaginate una valle stretta tra i monti… no, non è così. È stretto sì, ma tra due fiumi. Rovigo e la sua Provincia si distendono orizzontali sulla cartina, tra l’Adige e il Po, tra una parlata quasi mantovana e quella dei pescatori del Delta del Po. Un territorio che si è guadagnato, non senza amarezza, l’etichetta di “depresso”. Ma, come sempre, le etichette descrivono solo una parte: per capire davvero i luoghi e le persone bisogna viverli, conoscerli e trovare la chiave giusta.
Faccio una interessante chiacchierata online con Beatrice Girotto, Presidente di Peter Pan Group, cooperativa affiliata a Confcooperative Rovigo. Un esempio davvero virtuoso di cooperativa sociale che, nel cuore del Polesine, è riuscita a fare rete, a crescere e a offrire tantissimi servizi in risposta a forti bisogni. In poche parole, a costruire possibilità.
Peter Pan Group nasce grazie a un finanziamento nazionale (legge 285) dedicato all’infanzia ed è guidato, sin dall’inizio, da un gruppo di donne visionarie che hanno scelto di non dimenticare le bambine che sono state. «Peter Pan Group – mi racconta la Presidente – non deve essere inteso come colui che fugge dalle responsabilità. Il nostro è piuttosto un invito a non smettere mai di ricordare da dove veniamo. Il bambino che siamo stati deve restare vivo in quello che facciamo».

Cura, educazione e radicamento territoriale
Nata da una costola della cooperativa Aliante, Peter Pan Group ha iniziato il suo cammino offrendo servizi rivolti alla prima infanzia. Un’azione educativa che si è fatta via via più articolata, in ascolto dei bisogni emergenti del territorio. Con il tempo infatti la cooperativa ha ampliato il proprio raggio d’azione, includendo interventi rivolti a persone anziane, attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, progetti educativi nelle scuole, servizi per persone con disabilità e persino percorsi con uomini autori di violenza.
Ogni scelta, ogni nuovo progetto, nasce sempre da un ascolto profondo e da una convinzione: che il lavoro educativo non possa prescindere dalla conoscenza del territorio e delle sue sfumature. La cooperativa ha così costruito nel tempo una mappa di interventi che vanno dal sostegno alla genitorialità all’autonomia abitativa per persone fragili, dall’accompagnamento scolastico alla domiciliarità degli anziani, passando per la creazione di spazi residenziali pensati per minori, per donne con bambini e per adulti con disabilità.
Oggi Peter Pan gestisce diverse comunità educative per minori, dove bambini e ragazzi vengono accolti in un ambiente che garantisce continuità scolastica, relazioni significative e progetti personalizzati di crescita. Per le persone con disabilità ha creato sia centri diurni sia comunità alloggio dove il percorso verso l’autonomia è accompagnato da attività sportive, ricreative e di formazione. Anche gli anziani trovano sostegno grazie a servizi domiciliari che promuovono la permanenza a casa, integrati in progetti che favoriscono l’inclusione e il benessere.

L’attenzione alla genitorialità fragile ha trovato una sua piena espressione nella recente apertura della comunità mamma-bambino nel centro di Adria. Uno spazio accogliente realizzato in un’ex scuola dell’infanzia ristrutturata grazie a un’importante raccolta fondi in collaborazione con Cesvi e Intesa Sanpaolo. Un progetto che affonda le radici in una storia antica di cura femminile: quella delle suore che, un secolo fa, avevano aperto quella stessa scuola per sostenere giovani donne in difficoltà.
E poi ci sono gli interventi più invisibili. Sono quelli del pronto intervento sociale e delle unità di strada, che intercettano le povertà improvvise, le persone che si trovano sole e senza un tetto nei fine settimana, le storie che sfuggono alle statistiche ma che hanno bisogno di risposte immediate.
Una rete onesta in un territorio difficile
Il contesto in cui Peter Pan Group opera non è semplice: il Polesine è un territorio diffidente verso il nuovo, dove il cambiamento richiede tempo, costanza e una buona dose di testardaggine. Eppure, è proprio qui che la cooperativa ha saputo intessere relazioni oneste e durature con altri attori del terzo settore, costruendo una rete operativa che funziona, fondata sulla fiducia reciproca e sulla trasparenza. «Lavorare bene, in modo professionale, con certificazioni e protocolli chiari non è sempre scontato – spiega Beatrice –, ma è anche ciò che ci distingue e ci permette di essere credibili».
Il lavoro educativo non può prescindere dalla conoscenza del territorio e delle sue sfumature
Peter Pan Group: persone che resistono e fanno la differenza
Chi lavora con Peter Pan Group lo fa con una forte spinta ideale. Educatori, psicologi, operatori sociosanitari e personale ausiliario condividono la stessa visione: quella di una comunità che si prende cura. Eppure anche loro fanno i conti con stipendi bassi, carichi emotivi alti e una politica che, spesso, non valorizza il lavoro sociale.
Peter Pan è molto più di una cooperativa. È un presidio sociale, una risposta concreta a bisogni complessi. È anche una speranza: quella che il sociale, quando è fatto con competenza e amore, possa davvero cambiare il volto di un territorio. Come dice la presidente: «Nonostante tutto, noi siamo qui. Non siamo eroi, ma testarde. E forse un po’ Peter Pan lo siamo davvero», conclude Beatrice Girotto.
Informazioni chiave
Non fermarsi alle apparenze
Un territorio che da molti viene definito come “depresso” può essere fonte di grandi risorse per far crescere progetti comunitari.
Peter Pan
Ne è la prova l’operato della cooperativa Peter Pan Group, che ha creato progetti nati dal basso con e per la comunità in diversi ambiti, da quello educativo a quello sociale, fino alle tematiche di genere.
L’importanza della cura
Il concetto chiave è quello della “comunità che si prende cura” del territorio, proponendosi a chi lo abita come presidio sociale e risposta concreta a bisogni complessi.









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