28 Agosto 2025 | Tempo lettura: 6 minuti
Ispirazioni / Io faccio così

Gruppo Polis: a Padova una rete che coltiva inclusione e comunità

Questa esperienza cooperativa intreccia servizi sociali, agricoltura, inclusione lavorativa e comunità. Una rete di progetti che dal 1985 costruisce autonomia, legami e futuro condiviso.

Autore: Caterina Blu
polis nova padova
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A Padova, l’inclusione sociale prende forma concreta grazie al Gruppo Polis. Mi siedo con un caffè tra le mani e lo sguardo curioso. È uno di quei momenti in cui senti che stai per entrare in una storia importante, anche se non ne conosci ancora i dettagli. Davanti a me, ragazzi e ragazze, persone adulte, operatori e operatrici si muovono come le radici sotterranee degli alberi che si scambiano nutrienti senza che nessuno le veda. Una rete viva, pulsante, fatta di persone. È il mio primo incontro con il Gruppo Polis.

Il Gruppo Polis nasce nel 1985 a Padova con la cooperativa Polis Nova ed è impegnato in servizi educativo-riabilitativi per persone con disagio psichico e disabilità, accoglienza migranti, violenza di genere, inserimento lavorativo e agricoltura sociale. Nel 1994 si aggiunge Il Portico, cooperativa focalizzata su servizi residenziali e supporto nella salute mentale. Oggi, in vista della fusione operativa prevista nel 2025, il Gruppo riunisce quattro cooperative e un’agenzia di comunicazione sociale. Ma soprattutto, il Gruppo Polis costruisce legami: tra le persone, tra chi ha bisogno e chi può dare una mano, tra chi cura e chi viene curato.

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Un progetto del Gruppo Polis

Storie di cambiamento e inclusione sociale vera

Mentre aspetto Roberto Baldo, uno dei fondatori della cooperativa, appoggio il mio caffè lungo sul tavolino della sala d’ingresso e prendo tra le mani il libro che sta lì sopra. Inizio a sfogliarlo: scorrono foto, frasi, racconti: una raccolta di storie vere, intense, che accendono mille curiosità e domande. Mi chiedo cosa significhi davvero “fare inclusione”. Non nei titoli dei progetti o nei bandi europei, ma nei gesti concreti e nelle azioni quotidiane.

Torno al libro: tra le prime pagine trovo la storia di Alberto. La sua voce mi trasporta. Non c’è retorica, solo vita vera: fatica, lavoro, autonomia, e quel piacere che – come scrive lui stesso – “sta nelle piccole cose”. Alberto è il primo utente del gruppo. Inizia a lavorare nel 1984, all’età di 27 anni. All’inizio non è semplice perchè non riesce a fermarsi tutto il giorno, si distrae e si stanca facilmente. Ma poi qualcosa cambia: prende l’autobus da solo, supera un ictus e recupera l’autonomia. Per Alberto, il piacere delle piccole cose – una doccia serale, una cena tranquilla, una Gazzetta letta al bar – diventa la misura della sua felicità.

Gruppo Polis

Continuo a sfogliare le pagine spesse e bianche. Ora si racconta di un bambino che, durante un’attività scolastica promossa dal Gruppo Polis, ha avuto il coraggio di dire per la prima volta: «Io sono dislessico». Nessuno ha riso, tutti hanno ascoltato e rispettato. Giocando con l’ultima goccia di caffè ormai freddo penso: che sia questo il significato di “fare inclusione”? Quanto vale tutto questo? TANTO.

Arriva finalmente Roberto Baldo, oggi coordinatore del gruppo di cooperative. Mi accoglie con un sorriso gentile, lo saluto con la faccia di chi ha già trovato molte risposte, ma ha ancora più domande. Lo seguo nel suo ufficio, mi chiede se voglio un caffè, ma direi che per oggi va bene così.

Progetti concreti per l’inclusione sociale: Fuori di Campo e MyAbility

Nel suo ufficio la narrazione si fa concreta. Roberto cita i numeri attuali del Gruppo Polis: 684 beneficiari, 203 operatori, 237 soci, 20 imprese sostenitrici. Numeri che raccontano una rete viva e che cresce. Inizia poi a raccontarmi i progetti di inclusione sociale che danno forma concreta al Gruppo Polis.

Progetti come Fuori di Campo, la fattoria sociale dove si coltivano inclusione e biodiversità. Partito nel 2007, è una fattoria sociale biologica su circa 5 ettari a Padova. Coltivano ortaggi, cereali, frutta e producono pane, confetture, farine, vino biologico DOCG e IGT. L’obiettivo è coltivare cibo sano e coltivare persone: offrire percorsi di valutazione e orientamento lavorativo per chi vive una condizione di svantaggio, offrendo un’attività concreta, immersa nella natura e nella biodiversità.

Abbiamo poi MyAbility, un progetto di inserimento lavorativo che si rivolge a persone con disabilità o disagio psichico. Aiuta a costruire abilità professionali e relazionali in un ambiente protetto e dignitoso.

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La presentazione del progetto Fuori Campo, del Gruppo Polis

Questi percorsi – sottolinea Roberto Baldo – non sono privi di difficoltà: la sostenibilità economica è una sfida costante, così come la necessità di personalizzare i diversi interventi. Ma le prospettive sono promettenti: collaborazioni con università e imprese, modelli replicabili in altri territori, nuovi spazi educativi come la Summer Academy. Un percorso estivo pensato per ragazzi tra i 16 e i 19 anni; una settimana immersa nella cooperazione sociale, per conoscere direttamente il mondo del terzo settore e mettersi in gioco in attività pratiche.

Mentre ascolto, comprendo quanto la forza del Gruppo Polis stia nella varietà dei suoi progetti che dialogano tra loro, costruendo una comunità che offre spazi, opportunità, relazioni. Non solo assistenza, ma anche bellezza, senso e mutualità.

Il valore umano non si misura in euro

D’un tratto Baldo mi guarda ed esclama: «Non possiamo misurare tutto ciò in euro, ma tutti riconosciamo il suo valore!». Una frase che riassume ogni riga di questo racconto. Non ho solo compreso che cos’è l’inclusione: l’ho sentita. È una pratica, un tessuto vivo fatto di progetti, persone, terreni, case e fiducia. È radicarsi e fiorire, come le radici delle piante.

«Prendi il libro che leggevi, è la nostra storia più bella, te lo regalo!», aggiunge Roberto mentre raccolgo penna e appunti. Ci salutiamo con una vigorosa stretta di mano. Oggi è stata come una giornata di pioggia per gli alberi e le piante, ho nutrito le mie radici di cose belle.

Informazioni chiave

L’inclusione è fatta di gesti quotidiani

Dalle parole di Alberto, primo utente del Gruppo Polis, emerge l’importanza dei piccoli gesti quotidiani nel creare inclusione e felicità: un lavoro, una doccia serale, una cena condivisa. È lì che il Gruppo Polis Nova costruisce dignità e autonomia.

Una rete di progetti che si sostengono a vicenda

Dalla fattoria sociale ai percorsi di inserimento lavorativo, ogni iniziativa dialoga con le altre creando una comunità viva che mette al centro persone, relazioni e opportunità.

Il valore non si misura in euro

Per il presidente Roberto Baldo, l’impatto del Gruppo Polis Nova non si conta con i bilanci ma con i legami, le storie e la fiducia che genera: un capitale sociale che arricchisce l’intera città.